Il messaggio di papa Francesco per la XXXIII Giornata Mondiale del Malato 2025 (11 Febbraio 2024)

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Il messaggio del Papa per la XXXIII Giornata Mondiale del Malato del 2025, incentrato sul tema della speranza, offre riflessioni sulla presenza di Dio accanto ai sofferenti.

Tre aspetti sono evidenziati: l’incontro con Dio nella malattia come opportunitร  di crescita spirituale; il dono della speranza come forza che viene da Dio e dalla risurrezione di Cristo; e la condivisione della sofferenza come momento di arricchimento reciproco tra malati, familiari e operatori sanitari. Il messaggio sottolinea il ruolo fondamentale della speranza e della solidarietร  nella lotta contro la malattia, promuovendo una visione di unitร  e di caritร  all’interno della comunitร . Infine, si incoraggia una testimonianza di fede e speranza che va oltre i luoghi di cura.

Qui puoi trovare i materiali da scaricare della Giornata.

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ยซLa speranza non deludeยป ( Rm 5,5)
e ci rende forti nella tribolazione

Cari fratelli e sorelle!

Manifesto della giornata

Celebriamo la XXXIII Giornata Mondiale del Malato nellโ€™Anno Giubilare 2025, in cui la Chiesa ci invita a farci โ€œpellegrini di speranzaโ€. In questo ci accompagna la Parola di Dio che, attraverso San Paolo, ci dona un messaggio di grande incoraggiamento: ยซLa speranza non deludeยป ( Rm 5,5), anzi, ci rende forti nella tribolazione.

Sono espressioni consolanti, che perรฒ possono suscitare, specialmente in chi soffre, alcune domande. Ad esempio: come rimanere forti, quando siamo toccati nella carne da malattie gravi, invalidanti, che magari richiedono cure i cui costi sono al di lร  delle nostre possibilitร ? Come farlo quando, oltre alla nostra sofferenza, vediamo quella di chi ci vuole bene e, pur standoci vicino, si sente impotente ad aiutarci? In tutte queste circostanze sentiamo il bisogno di un sostegno piรน grande di noi: ci serve lโ€™aiuto di Dio, della sua grazia, della sua Provvidenza, di quella forza che รจ dono del suo Spirito (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica , 1808).

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Fermiamoci allora un momento a riflettere sulla presenza di Dio vicino a chi soffre, in particolare sotto tre aspetti che la caratterizzano: lโ€™ incontro , il dono e la condivisione .

1. Lโ€™ incontro . Gesรน, quando invia in missione i settantadue discepoli (cfr Lc 10,1-9), li esorta a dire ai malati: ยซรˆ vicino a voi il regno di Dioยป (v. 9). Chiede, cioรจ, di aiutare a cogliere anche nellโ€™infermitร , per quanto dolorosa e difficile da comprendere, unโ€™opportunitร  dโ€™incontro con il Signore. Nel tempo della malattia, infatti, se da una parte sentiamo tutta la nostra fragilitร  di creature โ€“ fisica, psicologica e spirituale โ€“, dallโ€™altra facciamo esperienza della vicinanza e della compassione di Dio, che in Gesรน ha condiviso le nostre sofferenze. Egli non ci abbandona e spesso ci sorprende col dono di una tenacia che non avremmo mai pensato di avere, e che da soli non avremmo mai trovato.

La malattia allora diventa lโ€™occasione di un incontro che ci cambia, la scoperta di una roccia incrollabile a cui scopriamo di poterci ancorare per affrontare le tempeste della vita: unโ€™esperienza che, pur nel sacrificio, ci rende piรน forti, perchรฉ piรน consapevoli di non essere soli. Per questo si dice che il dolore porta sempre con sรฉ un mistero di salvezza, perchรฉ fa sperimentare vicina e reale la consolazione che viene da Dio, fino a ยซconoscere la pienezza del Vangelo con tutte le sue promesse e la sua vitaยป (S. Giovanni Paolo II, Discorso ai giovani , New Orleans, 12 settembre 1987).

2. E questo ci porta al secondo spunto di riflessione: il dono . Mai come nella sofferenza, infatti, ci si rende conto che ogni speranza viene dal Signore, e che quindi รจ prima di tutto un dono da accogliere e da coltivare, rimanendo ยซfedeli alla fedeltร  di Dioยป, secondo la bella espressione di Madeleine Delbrรชl (cfr La speranza รจ una luce nella notte , Cittร  del Vaticano 2024, Prefazione).

Del resto, solo nella risurrezione di Cristo ogni nostro destino trova il suo posto nellโ€™orizzonte infinito dellโ€™eternitร . Solo dalla sua Pasqua ci viene la certezza che nulla, ยซnรฉ morte nรฉ vita, nรฉ angeli nรฉ principati, nรฉ presente nรฉ avvenire, nรฉ potenze, nรฉ altezza nรฉ profonditร , nรฉ alcun’altra creatura potrร  mai separarci dall’amore di Dioยป ( Rm 8,38-39). E da questa โ€œgrande speranzaโ€ deriva ogni altro spiraglio di luce con cui superare le prove e gli ostacoli della vita (cfr Benedetto XVI, Lett. enc. Spe salvi , 27.31). Non solo, ma il Risorto cammina anche con noi, facendosi nostro compagno di viaggio, come per i discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-53). Come loro, anche noi possiamo condividere con Lui il nostro smarrimento, le nostre preoccupazioni e le nostre delusioni, possiamo ascoltare la sua Parola che ci illumina e infiamma il cuore e riconoscerlo presente nello spezzare del Pane, cogliendo nel suo stare con noi, pur nei limiti del presente, quellโ€™โ€œoltreโ€ che facendosi vicino ci ridona coraggio e fiducia.

3. E veniamo cosรฌ al terzo aspetto, quello della condivisione . I luoghi in cui si soffre sono spesso luoghi di condivisione, in cui ci si arricchisce a vicenda. Quante volte, al capezzale di un malato, si impara a sperare! Quante volte, stando vicino a chi soffre, si impara a credere! Quante volte, chinandosi su chi รจ nel bisogno, si scopre lโ€™amore! Ci si rende conto, cioรจ, di essere โ€œangeliโ€ di speranza, messaggeri di Dio, gli uni per gli altri, tutti insieme: malati, medici, infermieri, familiari, amici, sacerdoti, religiosi e religiose; lร  dove siamo: nelle famiglie, negli ambulatori, nelle case di cura, negli ospedali e nelle cliniche.

Ed รจ importante saper cogliere la bellezza e la portata di questi incontri di grazia e imparare ad annotarseli nellโ€™anima per non dimenticarli: conservare nel cuore il sorriso gentile di un operatore sanitario, lo sguardo grato e fiducioso di un paziente, il volto comprensivo e premuroso di un dottore o di un volontario, quello pieno di attesa e di trepidazione di un coniuge, di un figlio, di un nipote, o di un amico caro. Sono tutte luci di cui fare tesoro che, pur nel buio della prova, non solo danno forza, ma insegnano il gusto vero della vita, nellโ€™amore e nella prossimitร  (cfr Lc 10,25-37).

Cari malati, cari fratelli e sorelle che prestate la vostra assistenza ai sofferenti, in questo Giubileo voi avete piรน che mai un ruolo speciale. Il vostro camminare insieme, infatti, รจ un segno per tutti, ยซun inno alla dignitร  umana, un canto di speranzaยป (Bolla Spes non confundit , 11), la cui voce va ben oltre le stanze e i letti dei luoghi di cura in cui vi trovate, stimolando e incoraggiando nella caritร  ยซla coralitร  della societร  interaยป ( ibid .), in una armonia a volte difficile da realizzare, ma proprio per questo dolcissima e forte, capace di portare luce e calore lร  dove piรน ce nโ€™รจ bisogno.

Tutta la Chiesa vi ringrazia per questo! Anchโ€™io lo faccio e prego per voi affidandovi a Maria, Salute degli infermi, attraverso le parole con cui tanti fratelli e sorelle si sono rivolti a Lei nel bisogno:

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio.
Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

Vi benedico, assieme alle vostre famiglie e ai vostri cari, e vi chiedo, per favore, di non dimenticarvi di pregare per me.

Roma, San Giovanni in Laterano, 14 gennaio 2025

FRANCESCO

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