Il Gesù di Jeffrey Archer

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Era nato in una stalla, suo padre era un falegname e sua madre una buona donna, ma senza importanza, e certamente non potevano permettersi di dargli un’educazione di livello. E tuttavia, ancora bambino, dibatteva su vari argomenti con uomini più grandi e più istruiti di lui nelle camere consiliari.

Non si procurò mai un vero lavoro, vagabondava per la campagna, senza radersi e vivendo di pane e acqua, qualche volta un pesce occasionale, mentre offriva le sue opinioni a chi aveva voglia di ascoltarlo.

Divenne un manager di una squadra di calcio chiamata I Discepoli, nessuno di loro era una stella, tanto è vero che il dodicesimo uomo deluse un po’. Le autorità alla fine lo arrestarono come agitatore di folle, ma non riuscirono a stabilire di che colpa accusarlo, a parte il fatto che lui si dichiarava Figlio di Dio.

Lo impiccarono con un paio di altri criminali e quando alla fine rese l’anima al cielo, tutti pensarono che non ne avrebbero sentito più parlare.

I Discepoli furono retrocessi alla fine della classifica e persino il vicecapitano dichiarò in più di un’occasione che non aveva mai fatto parte della Sua squadra.

Quando morì a 33 anni, nella stampa locale non uscirono necrologi che descrivessero i suoi successi, nemmeno i supplementi riportarano notizie sulla sua eclettica carriera, nessun programma radio per discutere il suo lascito, e nessun cofanetto con le registrazioni dei suoi miracoli. Ma d’altronde, Lui non aveva mai fatto affidamento sui gruppi di tendenza per consigliarlo sulle mode correnti, ne su guru che spendessero milioni per promuovere il Suo marchio, o su consiglieri per raffinare la sua immagine e non aveva avuto bisogno dei social media per mantenere informati i suoi seguaci.

Quindi potrete essere perdonati per aver pensato che sarebbe stato dimenticato in pochi giorni.

Come si può dunque spiegare il fatto che dopo più di duemila anni Gesù Cristo sia ancora la più grande celebrità della terra?

Forse perché Lui era il Figlio di Dio?

Jeffrey Archer, via Corriere della Sera