Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 18 agosto 2019 – XX domenica del Tempo Ordinario, dai microfoni di Radio Vaticana e dalle pagine di Famiglia Cristiana.
IL VANGELO CI CHIAMA ALLA SANTA INQUIETUDINE
«Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma la divisione». Parole paradossali ma necessarie. La vita è spesso ambigua e confusa, tante volte inzaccherata di ciò che è indegno, e spesso disattenta a quel che è prezioso.
C’è necessità di questa divisione, c’è bisogno di un parametro per valutare. In questo Vangelo arriva il parametro: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!». Il fuoco è distruttivo ma purifica le cose, infatti la parola “purificare” viene dal termine greco che indica il fuoco. «Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!». “Battesimo” in greco vuol dire “immersione”.
Sappiamo di cosa sta parlando. Il fuoco che verrà acceso è la sua Passione, quando sarà immerso nell’oscurità del non amore e della violenza di questo mondo. Sentirà tutta l’angoscia del Getsemani e brillerà sulla croce in un’eclissi di mezzogiorno, restando unica luce del mondo. Per liberarci dall’ambiguità in cui tendiamo a sguazzare.
Quel fuoco è la sua forma di dare la vita, di amare e di perdonare che sconfessa le nostre mediocrità. Noi, che ci accontentiamo di surrogati di amore. Vivere, per grazia, come figli di Dio porta con sé questa lucidità, questo fuoco che svergogna i nostri mezzucci. Abbiamo bisogno di questo combattimento interiore.
Come farà un uomo ad amare la sua sposa per tutta la vita se non vive in una continua liberazione dalle scorie dell’ambiguità? Come potrà essere un buon padre se non combatte nel suo cuore per essere sempre più libero da sé stesso?
Ci sono i maestri improvvisati di spiritualità che dicono: “Se sei in pace allora stai facendo la volontà di Dio di sicuro”. Che ignoranza! Questo Vangelo dice il contrario. La pace di per sé non significa niente. C’è la pace di Cristo e quella dell’ipocrisia o dell’evitare le persone problematiche. Scansare i problemi procura pace, ma non è la volontà di Dio, è solo difesa dei propri spazi.
IN CERCA DI CONFERME
Tendiamo tutti a cercare conferme se siamo in errore. E da qualche parte troveremo qualcosa o qualcuno che ci darà ragione. E stiamo in pace. Ma non è la pace di Cristo.
Per contro l’azione dello Spirito Santo nel cuore di chi è sulla strada sbagliata è proprio l’inquietudine. Molto spesso è un sentimento di insoddisfazione verso sé stessi che ha riportato le persone a Cristo. Quante volte incontriamo persone che sono tornate alla Chiesa e ai sacramenti a causa di un santo disagio che avevano con il modo di vivere che stavano conducendo.
Se sono chiamato a seguire Cristo, questo mi mette contro corrente con la superficialità e la mondanità, e come potrebbe essere altrimenti? Ma questo combattimento si può dribblare. Diceva Christian Mounier: «Si convive meglio con una cattiva coscienza che con una cattiva reputazione»…
Il Vangelo di questa domenica ci chiama alla santa inquietudine, quella che non ci dà ragione se siamo in errore. Quella che ci fa crescere. Quella che ci rende figli di Dio e non camerieri del mondo.
Qui tutti i commenti al Vangelo della domenica
di don Fabio Rosini
Letture della
XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Mi hai partorito uomo di contesa per tutto il paese.
Dal libro del profeta Geremìa
Ger 38,4-6.8-10
In quei giorni, i capi dissero al re: «Si metta a morte Geremìa, appunto perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché quest’uomo non cerca il benessere del popolo, ma il male». Il re Sedecìa rispose: «Ecco, egli è nelle vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voi».
Essi allora presero Geremìa e lo gettarono nella cisterna di Malchìa, un figlio del re, la quale si trovava nell’atrio della prigione. Calarono Geremìa con corde. Nella cisterna non c’era acqua ma fango, e così Geremìa affondò nel fango.
Ebed-Mèlec uscì dalla reggia e disse al re: «O re, mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremìa, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame là dentro, perché non c’è più pane nella città». Allora il re diede quest’ordine a Ebed-Mèlec, l’Etiope: «Prendi con te tre uomini di qui e tira su il profeta Geremìa dalla cisterna prima che muoia».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 39 (40)
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido. R.
Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose,
dal fango della palude;
ha stabilito i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi. R.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.
Molti vedranno e avranno timore
e confideranno nel Signore. R.
Ma io sono povero e bisognoso:
di me ha cura il Signore.
Tu sei mio aiuto e mio liberatore:
mio Dio, non tardare. R.
Seconda Lettura
Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,1-4
Fratelli, anche noi, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento.
Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio.
Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato.
Parola di Dio
Vangelo
Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Parola del Signore