Nella seconda domenica del Tempo ordinario la liturgia ci propone il Vangelo in cui due discepoli di Giovanni Battista chiedono a Gesù dove abiti. Il Signore risponde:
«Venite e vedrete».
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
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Gesù passa, guarda e chiama. E i discepoli di Giovanni lo seguono. Alla loro domanda: “Rabbì, Maestro, dove dimori?” Risponde loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava… E l’incontro con Gesù è così definitivo che diventa la notizia da comunicare agli altri: “Abbiamo trovato il Messia”. Il Vangelo, la Chiesa, ci ha detto Papa Benedetto – e ci ripete Papa Francesco (Evangelii Gaudium, 14), “non cresce per proselitismo, ma per attrazione”. Ma perché possiamo diventare capaci di attrarre gli altri è fondamentale essere stati con il Signore: essere andati ed aver visto. Gesù continua anche oggi a passare per le nostre strade e a ripetere: “Venite e vedrete”. Continua a chiamare. Ci invita ad andare a vedere nella fede la mensa domenicale, a mangiare il pane della Parola insieme con i fratelli, a divenire suoi commensali al banchetto del Suo Corpo e del Suo Sangue. Ci invita a pregustare il cielo, dove Egli è ora, alla destra del Padre per intercedere per noi, nella gloria del Padre, gloria alla quale siamo stati predestinati, per essere per sempre uno con lui. Questa esperienza di comunione fraterna, questa contemplazione gloriosa, può dare senso alla nostra vita quotidiana, può riempirla di gioiosa speranza e farci veramente cristiani, farci appartenere davvero a Cristo Gesù, così da contagiare chi ci sta accanto e da suscitare in loro una santa invidia. “Abbiamo trovato il Messia”, abbiamo trovato Dio, il Cielo.
Fonte: Radio Vaticana
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