Nella Festa del Battesimo del Signore, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù viene battezzato da Giovanni nel Giordano. Uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo:
«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
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Gli inizi del Vangelo non potrebbero essere più semplici e, allo stesso tempo, più straordinari di quanto raccontato da Marco: “Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni”! Quale grande mistero si cela dietro queste parole: il Verbo che non ha esitato ad entrare nel seno di una donna per essere rivestito di carne d’uomo, e nascere, Lui Dio, come vero uomo, ora non teme di immergersi nelle acque del Giordano, simbolo della morte, per distruggere la morte stessa e ridare all’uomo la sua dignità di figlio di Dio, compiendo così la missione che il Padre gli ha affidato. E quando queste acque si aprono per farlo emergere, sono i Cieli stessi ad aprirsi e si ode la voce del Padre che proclama: “Tu sei il Figlio mio, il diletto: in te ho posto il mio compiacimento”. Il battesimo di Gesù nel Giordano – che annuncia il dono immenso del nostro battesimo –, riapre i cieli chiusi dal peccato e possiamo accedere al mistero di Dio: l’amore tra il Padre e il Figlio nello Spirito Santo. Il battesimo ci costituisce famiglia di Dio, mediante il dono dello Spirito. È per questo che siamo stati creati ed è a questa relazione d’amore che l’uomo è chiamato. Oggi siamo invitati a contemplare questi cieli aperti per noi, a ricevere questo nuovo anno come un cammino verso di essi, ad accogliere ogni evento come una pietra miliare di questo cammino. Riscopriamo oggi la bellezza del dono battesimale che abbiamo ricevuto. E siamone grati a Dio ed alla Chiesa.
Fonte: Radio Vaticana
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