San Girolamo cosรฌ scriveva per spiegare il significato dell’Epifania: โPer designare questo giorno si usa il termine greco epifania. Ciรฒ che noi, latini, indichiamo col termine apparizione oppure manifestazione, i greci lo chiamano epifania. A questo giorno si รจ dato questo nome proprio perchรฉ il nostro Signore e salvatore si รจ manifestato al pubblicoโ. La solennitร dell’Epifania, infatti, rivela il significato profondo del mistero della nascita del Redentore.
Il Verbo incarnato non รจ venuto solo per il popolo d’Israele, ma per ogni uomo, rappresentato dai Magi. Ed รจ sul cammino di fede dei Magi che la Chiesa oggi ci invita a meditare. A questo riguardo, Guerrico dโIgny nel suo quarto Discorso per lโEpifania scrisse: “Eโ una seconda nascita che noi oggi celebriamo, fratelli miei. Essa sembra derivare dalla prima come un effetto deriva dalla sua causa. La nascita infatti che noi abbiamo celebrato fino ad oggi, รจ quella di Cristo; oggi invece noi celebriamo la nostra propria nascita. Nella prima รจ Cristo che รจ nato; in questa (che oggi celebriamo) รจ il popolo cristiano che nasce. Tre cose difatti ci costituiscono cristiani: la fede, il battesimo e la partecipazione allโEucarestia. Questo giorno che celebriamo ha dato inizio alla fedeโ(1; SC166, pag. 288).
La fede รจ risposta all’Epifania, alla Rivelazione che Dio stesso ha fatto di Sรฉ, รจ risposta alla manifestazione di un โmisteroโ. Quale mistero viene richiamato e svelato? Questo: la chiamata di tutti gli uomini, di ciascuna persona umana, ad essere in Cristo partecipi della stessa vita divina, senza piรน nessuna distinzione fra le persone chiamate. Infatti, tutti gli uomini โsono chiamati in Cristo Gesรน a condividere la stessa ereditร , a formare lo steso corpoโ, come scrive San Paolo nella seconda Lettura che รจ stata proclamata.
Carissimi fratelli e sorelle, il brano del Vangelo di Matteo che รจ stato letto ci rende avvertiti che all’Epifania, alla Rivelazione, alla manifestazione del mistero di Dio in Gesรน sono possibili molteplici risposte.
La prima รจ quella di Re Erode. E’ la risposta dell’uomo incredulo, alimentata dalla paura di avere in Dio un concorrente che impedisce la realizzazione del proprio potere e del proprio prestigio. Come Erode la pensano ancor oggi tutti coloro che ritengono che Dio sia una specie di ostacolo insormontabile alla propria realizzazione. In questa visione delle cose, si puรฒ ben individuare una concezione erronea della propria autonomia e dell’esercizio della propria libertร : per affermare me stesso devo far sparire Dio.
L’esito di questo tragico equivoco รจ stato opportunamente stigmatizzato dal Beato Giovanni Paolo II nella Lettera Enciclica Dominum et vivificantem, dove scrive al n. 38: “Lโideologia della morte di Dio nei suoi effetti dimostra facilmente di essere, sul piano teoretico e pratico, lโideologia della morte dellโuomoโ. Dopo la risposta di Erode, abbiamo la risposta degli scribi, grandi conoscitori della Bibbia, che vengono interpellati dal Magi con la seguente domanda: “Dovโรจ colui che รจ nato, il re dei Giudei?”.
Essi sanno la risposta, ma – la cosa ha qualcosa di paradossale – la loro risposta รจ contornata e farcita da un’indolente indifferenza. Essi credono a ciรฒ che รจ scritto, ma non credono in Colui che quelle pagine sante della Scrittura annunciano. L’indifferenza religiosa รจ una malattia dell’anima e dell’intelligenza che impedisce di coltivare in maniera appropriata le domande di fondo che riguardano l’esistenza.
E’ quello che succede al giorno d’oggi, quando un conformismo culturale, asfissiante e asfittico, censura in maniera pervasiva la domanda su Dio, quella domanda, straordinaria e liberante, formulata dai Magi: “Dovโรจ colui che รจ nato, il re dei Giudei?”. Poi abbiamo la risposta dei Magi: รจ la risposta della fede, di una fede umile e coraggiosa, perchรฉ nata da una ricerca prolungata (“vennero da oriente a Gerusalemme”), da una ricerca motivata razionalmente (“abbiamo visto spuntare la sua stella”), da una ricerca piena di passione coinvolgente (“provarono una gioia grandissima”).
Quando e dove finisce quella esemplare ricerca? Il Vangelo proclamato racconta che i Magi “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono”. Ecco i Magi, maestri e catechisti della fede, a insegnarci che la fede รจ appunto un pieno e adorante abbandono a Dio โliberamente prestandogli lโossequio dellโintelletto e della volontร e assentendo volontariamente alla rivelazione che egli faโ (Dei Verbum n. 5).
Carissimi fratelli e sorelle, l’episodio evangelico della visita dei Magi a Gesรน Bambino รจ la manifestazione di una grande e consolante veritร : Cristo รจ l’unico Salvatore e la sua salvezza รจ destinata a tutti gli uomini. Per questo motivo e giustamente si lega la solennitร dell’Epifania alla dimensione missionaria dell’essere e dell’operare della Chiesa.
(Le parole dell’Arcivescovo Crepaldi nell’omelia per la celebrazione della Solennitร dell’Epifania, Trieste, 06 Gennaio 2013).