Essere luce nell’oscurità
Questa domenica segna un cambiamento nel focus quaresimale. Non siamo più così assorbiti dai nostri limiti e debolezze nella fede. Siamo più fiduciosi nella misericordia di Dio, del perdono e della guarigione senza la quale non avremmo mai osato intraprendere questo cammino. Attendiamo con gioia e speranza le celebrazioni di Pasqua.
Nel nostro cammino dalla tentazione alla trasfigurazione stiamo diventando, attraverso la fede in Cristo, la presenza viva di Dio nel mondo, la luce nelle tenebre.
La prima lettura di oggi parla della ricostruzione del tempio di Gerusalemme – un riferimento al Vangelo di domenica scorsa. Per gli antichi ebrei la ricostruzione del loro tempio era un momento pieno di speranza e di aspettativa.
La scorsa domenica Gesù ha promesso la costruzione di un nuovo tempio che ospitasse la presenza viva di Dio e che fosse luogo di incontro tra Dio e noi.
Il nostro viaggio quaresimale ci sta trasformando nel Corpo vivente di Cristo, in luoghi dove Dio possa dimorare, luoghi di incontro tra gli esseri umani e Dio. Questo si vede chiaramente quando i bisogni umani incontrano la compassione di Dio attraverso di noi. È allora che l’amore e la luce di Dio risplendono nell’oscurità delle vite umane.
Il vangelo di oggi contiene una serie di dichiarazioni importanti circa la nostra fede: Dio ha tanto amato il mondo che ha mandato suo Figlio, non per condannare, ma per salvare; il Figlio deve essere innalzato (crocifisso e risorto) in modo che tutti coloro che credono possano avere la vita eterna; quelli che vivono nella verità vengono alla luce, in modo che si possa vedere chiaramente che le loro buone azioni sono compiute in Dio.
Il Vangelo ci rassicura dell’amore di Dio e della nostra salvezza in Cristo, e ci chiama ad essere la Luce, a vivere nella verità dell’amore di Dio per essere il cuore di Dio nel mondo.
Riflessione tratta dal sussidio dei Carmelitani di Australia e Timor-Leste