I Carmelitani di Australia e Timor-Leste – Commento al Vangelo di domenica 13 Febbraio 2022

1301

Beatitudini e guai

Nelle prossime tre domeniche ascolteremo quasi tutto il Discorso della Pianura di Luca. Luca ha usato il Discorso della Montagna di Matteo, ma lo ha cambiato e accorciato significativamente. È importante sottolineare che entrambi i discorsi sono più che le Beatitudini con i quali iniziano.

In Luca, le parole di Gesù sono rivolte ai discepoli, non alla folla riunita, quindi potremmo pensare al discorso come un insegnamento sul discepolato.

L’intero sermone è piuttosto impegnativo e stimolante, specialmente i versetti che formano la lettura del Vangelo di oggi. Il sermone inizia con quattro beatitudini e quattro sventure.

A prima vista è molto strano chiamare beate, benedette o felici le persone che sono povere, affamate, piangenti e odiate. Ma dobbiamo ascoltare le parole di Gesù nel contesto dell’insegnamento religioso e del pensiero generale che apparteneva al suo tempo. Allora si pensava generalmente che chi soffriva queste cose sperimentava gli effetti della propria peccaminosità personale o di quella di un antenato. Allo stesso modo, coloro che avevano ricchezza, cibo in abbondanza e uno status elevato erano considerati benedetti e premiati da Dio.

Nelle beatitudini Gesù rovescia questo modo di pensare e dice effettivamente che è vero il contrario: Dio è, infatti, dalla parte dei poveri e dei sofferenti. Essi sperimentano la sofferenza non per colpa loro (p.e., il peccato), è semplicemente la situazione in cui si trovano. Come chiariscono le maledizioni (‘Guai a voi…’), i ricchi hanno molto da perdere. I poveri e i sofferenti sono fortunati secondo Gesù perché hanno un bisogno che la generosità traboccante di Dio può riempire.

La loro situazione attira l’impulso di Dio a salvare. Il Regno di Dio è già in mezzo a loro.

A parità di condizioni, essere ricchi, ben nutriti, felici e con una buona reputazione è perfettamente desiderabile. Ma nella visione di Gesù non tutte le cose sono uguali. Spesso i poveri sono poveri proprio perché i ricchi sono ricchi. Gli impotenti soffrono per mano di coloro che hanno potere e influenza. ‘I ricchi diventano più ricchi e i poveri più poveri’ è un detto che dura ancora oggi.

In tutto il suo Vangelo, Luca sottolinea l’insistenza di Gesù nel ripetere quanto sia necessario che i suoi discepoli abbraccino la povertà e non si facciano illusioni sul pericolo della ricchezza. Coloro che rimangono posseduti dai loro beni e dai privilegi che ne conseguono spesso non sono in grado di ricevere il dono della salvezza, ma anche loro possono unirsi ai beati attraverso la cura dei poveri.

Fonte

Foto di Brigitte is happy … about coffee time :)) da Pixabay