Cosa dobbiamo fare?
Nel Vangelo di oggi continuiamo a seguire Giovanni Battista. La scorsa settimana lo abbiamo ascoltato richiamare al pentimento e al battesimo per la remissione dei peccati. La conversione allude al movimento di chi si volta indietro per prendere una direzione nuova. Ciò che Giovanni chiede alle folle è di abbandonare la vecchia condotta di prima e di volgersi verso Dio.
Il Vangelo esordisce presentando le folle, i pubblicani e i soldati che, avendo ascoltato l’appello di Giovanni a cambiare vita, gli chiedono insieme: ‘Che cosa dobbiamo fare?’
Questi tre gruppi solitamente nutrono diffidenza tra loro. I soldati romani, che occupano il territorio, i pubblicani che riscuotono le tasse per conto dei Romani, le folle che spesso sono vittime di entrambe le parti. Eppure, la predicazione di Giovanni li ha accomunati tutti con un medesimo avvertimento.
Fa’ attenzione alla concretezza delle richieste di Giovanni. Al tempo stesso, egli richiama al valore della compassione (le folle), della giustizia (i pubblicani), della custodia della pace (i soldati).
Comportamenti e valori contrari a questi, infatti, ostacolano il rapporto con Dio, disumanizzano gli altri e rovinano la vita in comunità.
Dalla conversione nasce uno stile di vita nuovo. Nel Vangelo, Giovanni chiarisce cosa potrebbe significare, per queste categorie di persone, una vita nuova.
L’insegnamento e la parola di Giovanni suscitano un senso di attesa tra la folla, ci si chiede: ‘È lui?’
Sarebbe stato facile per Giovanni lasciarsi andare a tanta popolarità, e invece dimostra di essere veramente a servizio della Parola (come i profeti), distoglie da sé l’attenzione della gente, per orientarla verso Colui che deve venire.
Attesa e gioia pervadono le preghiere e le letture di questi giorni di Avvento, mentre ci avviciniamo alla festa del Natale. La nostra celebrazione della nascita storica di Gesù è la lente attraverso la quale contempliamo ancora una volta la costante presenza di Gesù nella nostra vita. Accompagnati dalle belle parole della prima lettura, sentiamo nascere in noi la fiducia nell’amore di Dio che, come ci si dice, ci rinnova.
Come rispondiamo a questa nuova consapevolezza dell’amore fedele di Dio? Ci chiediamo la stessa domanda che le folle rivolgono a Giovanni: “Cosa devo fare?”. La nostra risposta a questo interrogativo porta a un rinnovamento dei nostri atteggiamenti e del nostro modo di relazionarci agli altri. Essere battezzati nello Spirito Santo e nel fuoco significa essere battezzati ‘dal di dentro’, avere il cuore e la mente riplasmati a immagine e somiglianza di Cristo.
È imparando lo stile di Cristo che diventiamo grano buono nel Regno di Dio – e non pula nel fuoco.