Dopo il concerto unplugged dei Reale di Venerdì 13 Maggio 2022 alla Basilica di Santa Rita a Milano (qui il video) posso ancora timidamente, per la seconda volta, prendere a prestito dalle scritture il cantico di Simeone:
“Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli, Luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele”.
La prima volta era stato al concerto di Hillsong London all’evento We Are One al Fabrique di Milano, il 21 Maggio 2016, quando avevo visto la folla, all’ingresso…
Venerdì sera è successo qualcosa di speciale.
Era il quarto concerto dei Reale a cui partecipavo, ma il primo solo acustico in una chiesa, il primo così essenziale.
Ed è stato speciale, di ciò ne hanno già scritto i Reale stessi sui loro social.
Era il terzo concerto del nuovo tour ma praticamente il primo aperto a tutti, dopo due anni di pandemia.
C’era gente di ogni età e di ogni generazione perché, come disse una volta Martin Smith, il cantante degli allora Delirius: “questo non è un movimento giovanile, questa è la Chiesa“.
La voglia di rinascita e di stare insieme era palpabile, la si respirava…
Per introdurre il concerto il frate francescano della comunità ospitante di Santa Rita ha detto che le canzoni e le parole dei Reale vanno dirette al cuore, e ascoltarle e ascoltarli è come pregare.
Ed è così…
E’ stato un evento praticamente senza sponsor, senza patrocinio ecclesiastico di diocesi o quant’altro, solo annunciato con qualche post, eppure c’erano circa 1200 persone in chiesa per cantare e adorare Dio, per riconoscerlo un altra volta come Signore e Salvatore.
I Reale si sono posizionati davanti all’altare, davanti a loro l’assemblea e dietro di loro il crocifisso e il tabernacolo con la presenza di Gesù Vivo, e dietro, ancora, gli splendidi mosaici in una volta altissima.
Un quadro che esplodeva di bellezza.
La gente, il Popolo di Dio, a cantare le canzoni e ad alzare le braccia al cielo.
E poi il momento più toccante, che mi emoziono ancora adesso a scriverne, l’esposizione di Gesù Eucarestia, li, davanti all’altare e 1200 persone in ginocchio, a pregare in silenzio, per lunghi minuti, con il solo vociare dei bambini, guidati due volte dal sacerdote.
Mio parere personale, a me sembra che ci sia l’azione dello Spirito Santo, che sta’ creando qualcosa di nuovo, forse delle nuove forme di adorazione per adorare Dio, che, come dice la mia amica cantante Sara Taccardi, è buono perché resta lo stesso, non cambia mai e vive in noi.
Lo Spirito Santo è sempre all”opera ed occorre chiedere la grazia di saperle vedere, le sue opere, saperle riconoscere.
È dal 1998 che in Italia si celebrano di notte le adorazioni eucaristiche di evangelizzazione nelle chiese, le Luci Nella Notte.
La notte è un momento privilegiato per l’incontro con Dio, vedi ad esempio la lotte di Giacobbe con l’Angelo.
A Milano è dal 2 Aprile 2005, il giorno della morte di San Giovanni Paolo II che, una volta al mese, regolarmente, c’è una chiesa aperta fino all’una di notte.
È da più di tre anni che la Luce Nella Notte a Milano è diventata una proposta ufficiale della pastorale giovanile della Diocesi di Milano.
Per la verità, nella Chiesa, è ancora da prima che si fanno le adorazioni eucaristiche anche di notte.
Si fanno alle Sante Quarantore, che sono nate proprio a Milano, nel 1527, e che poi Papa Urbano VIII ha prescritto a tutto il mondo.
Nel tempo, la Chiesa italiana nelle Quarantore ha investito.
Nella chiesa della mia parrocchia sul lato destro dell’ingresso, in alto, c’è una cameretta con un letto e una feritoia rivolta all’altare da dove si poteva vedere cosa succedeva e di conseguenza ad esempio, aprire e chiudere il portone.
Io spero che la Chiesa italiana investa anche in queste nuove forme di adorazione eucaristica.
L’evangelizzazione deve essere nuova nella forma, per essere comprensibile agli uomini di oggi, ma, come già detto, nella sostanza, deve essere uguale e fedele.
Per dirla in gergo musicale, è solo questione di arrangiamento.
Spero che i nostri preti e vescovi, ai quali voglio tanto bene, siano aperti ad accogliere il soffio dello Spirito Santo, che soffia dove vuole.
Un Vescovo di Milano di qualche anno fa, ora tornato alla casa del padre, il compianto Dionigi Tettamanzi, in una sua lettera pastorale aveva scritto che fare le cose perché si è sempre fatto in quel modo è un atteggiamento peccaminoso.
Spero che tanti si accorgano che, anche per l’Italia, il tempo della manifestazione alle masse della musica cristiana, della buona musica cristiana di evangelizzazione, sembra giunto.
Mi piace pensare che il Vescovo Suetta, della diocesi di Ventimiglia, dove c’è Sanremo, se ne sia accorto.
Al concerto del 13 Maggio 2022 a Santa Rita toccante è anche stata la testimonianza di Francesca, la cantante, moglie di Alessandro, il re dei Reale, che ha parlato di come chi viene salvato dall’incontro con il Signore non può vivere poi sul divano ma deve andarlo ad annunciare a tutti.
Perché, “Ha scambiato la nostra vergogna in gioia, e ora quella gioia vuole uscire“. (cit.)
Questa è l’essenza della Chiesa, essere missionaria e annunciare il Vangelo.
Personalmente, anche nelle sempre più frequenti testimonianze di coppie di sposi cristiane, in un tempo in cui il matrimonio e la famiglia sono così sotto attacco, vedo l’azione dello Spirito Santo.
Francesca ha esortato tutti ad agire e ciò mi ha fatto venire in mente una canzone del gruppo americano Casting Crowns, dei quali il mio amico Marco, ora diventato Don Marco, aveva scritto: “questi spaccano”.
Il ritornello fa così:
“Se noi siamo il corpo (di Cristo), perché le Sue braccia non raggiungono?
Perché le Sue mani non curano?
Perché le Sue parole non insegnano?
E se noi siamo il corpo (di Cristo), perché i suoi piedi non vanno, perché il suo Amore non è mostrato a loro come La Via.
Gesù è La Via.“
A cura di Stefano Terraneo.