Abbiate fede nel Vangelo
“Convertitevi e credete nel Vangelo”, queste sono le prime parole di Gesù nel Vangelo secondo Marco e oggi risuonano rivolte e noi in questa terza domenica del tempo ordinario. Gesù non dice “che Dio vi converta”, oppure “lasciatevi convertire”, ma “voi convertitevi”. Questo è un appello che ci interpella, una chiamata che ci richiama in prima persona. “Convertitevi”: a dire che la conversione è un’azione nostra, che spetta a noi, che dipende da noi, dalla nostra decisione, dalla nostra volontà, dalla nostra libertà. Così, dicendo “convertitevi”, Gesù mostra di avere una grande fiducia nell’essere umano, nelle nostre capacità interiori, nelle nostre energie spirituali, nelle nostre forze morali. Invitandoci alla conversione, Gesù riconosce non solo che ne abbiamo le forze ma che, se lo vogliamo, possiamo farlo. Sì, possiamo convertirci! La nostra conversione è possibile!
Ma cosa significa ascoltare l’invito alla conversione se non ascoltare il Signore che ci annuncia che noi possiamo cambiare? Dicendoci “convertiti”, il Signore dice a ciascuno di noi: “Sì, tu puoi cambiare: cambiare te stesso, il tuo modo di vivere, di agire, di fare, di pensare, di relazionarti con gli altri. Tu puoi cambiare, non sei destinato a essere per sempre quello che sei adesso e tantomeno quello che sei stato in passato, perché sei un uomo libero, una donna libera. Non sei condannato a subire quello che sei, a sottostare passivamente alle situazioni nelle quali ti trovi, alle condizioni nelle quali sei sottoposto e alle relazioni che vivi”. “Convertiti” significa non fare della tua vita una prigione e del tuo cuore una gabbia. Tu puoi cambiare cercando di ammettere i tuoi errori, di riconoscere i tuoi sbagli, di rivedere le tue decisioni, di cambiare i tuoi giudizi, ma soprattutto puoi modificare il rapporto con le altre persone, il tuo sguardo su di loro.
Ma Gesù non dice solo “convertitevi”, ma subito aggiunge “e credete nel Vangelo”. Non dice “convertitevi e poi credete al Vangelo”, e me che meno “convertitevi e allora crederete al Vangelo”. Il convertirsi non è la causa del credere nel Vangelo e tanto meno la condizione. Viceversa, il credere nel Vangelo non è l’effetto della conversione. Convertirsi e credere nel Vangelo sono atti simultanei, coincidenti e coesistenti, mai l’uno senza l’altro, perché convertirsi significa credere nel Vangelo e credere nel Vangelo significa convertirsi. Nel cristianesimo la conversione è la forma del credere, perché sempre il pentimento è condizione della verità, come il cambiamento è condizione di autenticità.
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“Credete nel Vangelo”, che si può rendere anche con “abbiate fede nel Vangelo”, ossia ponete la vostra stabilità e sicurezza nel Vangelo. Questa idea di fondamento nell’Evangelo è suggerita dalla struttura sintattica e dal significato del verbo “credere” (pisteuo) con la preposizione di stato in luogo en (unico caso nel Nuovo Testamento), che porta in sé lo sfondo del verbo ebraico aman con il suo significato di stabilità e sicurezza. Afferratevi, attaccatevi, aggrappatevi saldamente, ponete le vostre fondamenta nell’Evangelo e in nient’altro, in nessun’altro.
Proclamando “abbiate fede nel Vangelo” Gesù ha dichiarato senza mezzi termini che la nostra fede ha un solo oggetto: il Vangelo. Non ha stabilito verità di fede, principi ai quali aderire, formule, dottrine e tanto meno dogmi da credere, ma solo ed unicamente quello che lui ha annunciato, il “Vangelo di Dio”, quello suo.
A cura di Goffredo Boselli.
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Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi