1. Lโimportanza degli elementi naturali nella liturgia
Lโuomo contemporaneo sempre piรน immerso nei grandi spazi urbani o in quelli virtuali e mosso da una certa frenesia mondana, rischia di essere sempre meno a contatto con il fascino e lโarmonia del creato e finisce per non stupirsi piรน della sua grandezza.
Come quotidianamente lโuomo necessita del linguaggio verbale e non verbale per comunicare e per esprimersi, cosรฌ la liturgia utilizza gli elementi naturali come mezzi per il dialogo con Dio; gli elementi naturali sono โil linguaggio non verbaleโ della liturgia1. In essa la Chiesa celebra principalmente il mistero pasquale di Cristo morto e risorto e attua lโopera della nostra Redenzione (Cfr. CCC 1067-1068).
Purtroppo nel corso del tempo lโimportanza degli elementi naturali nella liturgia non ha sempre goduto di grande plauso, ciรฒ avvenne giร nel Medio Evo e ancor di piรน con lโavvento del pensiero illuminista e idealista, tuttavia oggi lโimportanza di questi elementi viene riscoperta grazie alla loro capacitร espressiva2.
Gli elementi naturali nella prassi liturgica costituiscono il linguaggio della fede intessuto di segni e simboli quali mezzi anabatici e catabatici per lโincontro tra Dio e lโuomo. Lโuomo necessita di realismo e concretezza anche nellโesperienza religiosa e in quanto essere sociale ha bisogno di esprimersi attraverso segni e simboli, gesti e azioni sia nella comunicazione interpersonale che con Dio (Cfr. CCC 1146).
La liturgia, opera trinitaria, รจ costituita da una duplice dimensione visibile e invisibile, materiale e spirituale. La funzione del mondo sensibile รจ quella di dare espressione, quindi visibilitร e concretezza alla prassi liturgica senza tuttavia cadere in una โmaterializzazione o cosificazione dellโesperienza religiosaโ3.
- Pubblicitร -
La creazione รจ coinvolta nella storia dellโuomo, cosรฌ come lโuomo รจ immerso nel creato: questo รจ un dono stupendo che il Creatore affida alla cura dellโuomo โcollaboratore di Dioโ; la creazione รจ il locus della manifestazione dellโOnnipotenza e della Provvidenza divina. Il creato โnon รจ disgiunto dalla redenzioneโ, nella Bibbia creazione e salvezza sono atti di un unico progetto, con la creazione in certo modo inizia la storia4.
Allora riscoprire la sacramentalitร dellโuniverso ci aiuterร a rivalutare il significato che gli elementi naturali rivestono nellโambito liturgico: essi diventano segni e simboli, materia sacramentale, espressione della realtร divina che vi รจ nascosta, che lโuomo puรฒ assimilare tale realtร attraverso i suoi sensi5.
La liturgia รจ opera eminentemente trinitaria (Cfr. CCC 1084) il Padre รจ la sorgente e il fine della Liturgia, lโopera di Cristo agisce attraverso i sacramenti, segni sensibili da Lui istituiti per comunicare e realizzare in modo efficace la grazia mediante la sua azione e la potenza dello Spirito Santo.
2. Gli elementi cosmici: lโacqua, la luce, il fuoco
โLa celebrazione liturgica comporta segni e simboli relativi alla creazione (acqua, luce, fuoco), alla vita umana (lavare, ungere, spezzare il pane) e alla storia della salvezza (i riti pasquali). Inseriti nel mondo della fede e assunti dalla forza dello Spirito Santo, questi elementi cosmici, questi riti umani, questi gesti memoriali di Dio diventano portatori dellโazione salvifica e santificatrice compiuta da Cristoโ (CCC 1189).
Gli elementi cosmici sono definiti tali in quanto godono di una maggior valenza universale rispetto ad altri: potremmo affermare che il loro significato รจ valido per ogni tempo e luogo, il simbolismo di questi elementi รจ piรน facilmente comprensibile.
Un esempio palese di ciรฒ che abbiamo appena detto รจ riconducibile al ruolo dellโacqua. Ancor prima di inoltrarci nellโambito liturgico lโacqua รจ un elemento semplice, ben noto a tutti, รจ segno di vita e di feconditร , nonchรฉ condizione e necessitร vitale. Lโacqua รจ fonte e origine della vita, fondamento di ogni manifestazione cosmica, sostegno della creazione e elemento archetipo (Gn 1)6. Lโacqua, ricca di simbolismo, gioca un ruolo importante per la purificazione del corpo; questโatto lo ritroviamo in molte religioni che traslano questa necessitร umana di purificazione in ambito spirituale ma con una valenza simile: presso gli Ebrei troviamo le abluzioni, gli esseni facevano bagni rituali7, similmente anche i musulmani compiono purificazioni rituali.
In ambito biblico le acque non furono create ma soltanto separate da quelle terrestri (Gn 1), le โgrandi acqueโ rappresentano anche le potenze distruttive (Cfr. Sal 29, 32,77). Lโacqua puรฒ essere strumento di giudizio (Gn 6-7) ma anche di liberazione (Es 14-15) o di purificazione (Ez 36,25-26).
Per Israele lโacqua era manifestazione della provvidenza e della benedizione divina, segno di fertilitร ; Dio รจ fonte di acqua viva (Ger 2,13).
Nellโambito del NT il tema dellโacqua รจ strettamente legato alla vita e alla missione salvifica di Gesรน Cristo, i passi piรน importanti sono il Battesimo del Giordano nel quale lโimmersione prefigura la morte e la risurrezione del Messia e lโacqua che sgorga dal costato di Cristo crocifisso che origina i sacramenti (Gv 19,30).
Lโacqua nella liturgia simboleggia lโefficacia del sangue di Cristo, essa riveste un ruolo fondamentale nellโambito sacramentale soprattutto nel Battesimo. La triplice immersione nel fonte battesimale del neofita, sin dai primi secoli, richiamava la discesa agli inferi e la risurrezione di Cristo, cosรฌ il catecumeno morto allโuomo vecchio rinasce, viene rigenerato a vita nuova con lโacqua battesimale.
Nella mistagogia del Battesimo un ruolo fondamentale รจ svolto dallโacqua che viene benedetta mediante una preghiera di Epiclesi, abbiamo poi lโunzione con il crisma, la veste bianca, la candela e il cero pasquale (Cfr. CCC 1238).
Oltre allโutilizzo dellโacqua nel battesimo altri impieghi dellโacqua nella prassi liturgica sono: lโaspersione con lโacqua benedetta sulle persone, sugli oggetti o sulla salma di un defunto, nella dedicazione di una chiesa e nella consacrazione dellโaltare. Quasi sempre costituisce un richiamo al Battesimo. Anche in ambito monastico trova un ampio utilizzo come sacramentale e come elemento apotropaico che allontana il male8.
Anche nella celebrazione eucaristica troviamo lโuso dellโacqua nella purificazione delle mani che il ministro compie prima della consacrazione e nellโaggiunta al vino di una goccia dโacqua che simboleggia lโunione del nostro sacrificio con quello di Cristo.
Cosรฌ come lโacqua anche la luce รจ condizione necessaria per la vita, nella Genesi (1,5) la luce viene separata dalle tenebre, in genere luce e tenebre simboleggiano il bene e il male. Nelle teofanie si riscontra la presenza della luce come presenza di Dio; durante lโesodo simboleggiato dalla colonna di nube luminosa (Es 13,21).
Nella Scrittura il tema della luce รจ connesso con quello del fuoco divino e della gloria. Demitizzate le fonti di luce divengono sono strumenti sottomessi a Dio. In ambito neotestamentario la luce rappresenta la risurrezione, la gloria di Cristo e la sua vittoria sulle tenebre del peccato e della morte, mirabilmente simboleggiato dal cero pasquale.
La luce contrariamente alle tenebre รจ ciรฒ che โfa essere le coseโ, ciรฒ che permette di vedere quindi di distinguere le cose, mentre la sua assenza porta a una mancanza di visibilitร che non ci permette di relazionarci nรฉ di distinguere e in certo modo ci โalienaโ da ciรฒ che ci circonda9.
Legato alla luce, in quanto suo prolungamento, il fuoco รจ uno degli elementi costitutivi del cosmo; in ambito biblico รจ legato alle offerte e gli olocausti (Lv 1,7), puรฒ venire dal cielo per consumare le oblazioni a Dio gradite (Gdc 6,21; 1Cr 21,26) ma anche come punizione per i malvagi (Gn 19,24, Es 9,23). Opposto allโacqua, le sue proprietร sono lโโimmaterialitร โ o โspiritualitร โ per cui viene avvicinato a Dio, ma anche lโambivalenza di significato, uno positivo, purifica e riscalda, e uno negativo come strumento di distruzione e di morte.
Il fuoco in senso traslato rappresenta anche lโamore e le passioni.10 Demitizzato dalla Bibbia, il fuoco ha valore simbolico, rappresenta la trascendenza e la gloria divina che attrae con timore. Mentre nel NT il fuoco rappresenta lo Spirito Santo (Mt 3,11; AT 2,3) o il giudizio divino (Mt 5,22; Lc 16,24).
In ambito liturgico il fuoco si identifica con la luce. Nella veglia pasquale, si accende il cero con il fuoco โnuovoโ. Luci e candele usati dapprima in ambito pagano e ebraico vengono ripresi dalla liturgia cristiana con vari significati: allo scopo di venerazione, come richiamo del battesimo e della Risurrezione. Nota!
3. Gli elementi vegetali o agrari: lโolio, il pane, il vino
Gli elementi vegetali o agrari sono ancor piรน direttamente segni provenienti dal mondo umano, nonchรฉ espressione del lavoro e dellโintervento diretto dellโuomo. Nella prassi liturgica queste realtร sensibili diventano il luogo della manifestazione dellโazione divina che santifica gli uomini (Cfr. CCC 1148) metafora ricca di valori analogici spirituali fino a divenire materia sacramentale11.
Lโolio, tipico prodotto mediterraneo, nel passato e in certo modo oggi, aveva molteplice utilizzi grazie alle sue proprietร che lo rendono utile non solo come nutrimento ma anche come unguento.
Lโolio lubrifica, rafforza, conferisce splendore, guarisce dalle malattie (Is 1,6; Mc 6,13) e mescolato alle essenze diventa un profumo; esso era utilizzato giร in ambito pagano e nella vita profana.
In ambito biblico lโolio รจ segno di pace e di alleanza, di benedizione divina e di gaudio, esprime prosperitร . Utilizzato per le consacrazioni dei re, dei sommi sacerdoti, dei profeti, ma anche degli altari e della suppellettile sacra e come unguento aromatico per i defunti12.
Nella prassi liturgica lโolio รจ strettamente legato allโambito sacramentale. Le unzioni con lโolio sono momenti necessari per i sacramenti del Battesimo, della Cresima, dellโunzione degli infermi e dellโOrdine. Consacrato dal Vescovo nel giovedรฌ Santo, il crisma e gli altri olii vengono utilizzati per i catecumeni e per i cresimandi, per gli infermi e per lโunzione dei candidati allโordinazione sacerdotale (sulle palme delle mani) ed episcopale (sul capo). Inoltre viene utilizzato per la dedicazione della chiesa e dellโaltare e negli esorcismi13.
Come lโolio cosรฌ anche il pane e il vino sono elementi tipici mediterranei. Entrambi frutto del lavoro dellโuomo, richiedono metodi di lavorazione, tempi di attesa, di gestazione; ricchi di proprietร , sono alimenti che conferiscono vigore e forza.
Il vino oltre ad essere associato al sangue e allโidea di sacrificio, richiama anche un clima di festa, di gioia, di condivisione, esso non poteva mai mancare a un banchetto (Gv 2,1- 11). Utilizzato anche come medicamento per le sue proprietร curative (Lc 10,34) era precluso ai nazirei, i consacrati del Signore (Sansone, Giovanni Battista). Il vino รจ anche simbolo dellโira divina (Sal 60,5; Ap 14,10) con la venuta del Cristo รจ segno della โnuova ed eterna alleanzaโ per la remissione dei peccati. Nota! Strettamente legato al vino, il pane, considerato dono di Dio, รจ alimento vitale (Sal 104,14; Mt 6,11), in ambito biblico la sua mancanza รจ segno di punizione divina (Ger 5,17), mentre la sua abbondanza รจ segno di benedizione.
Il pane รจ segno di amicizia, di amore fraterno, di ospitalitร (Sal 41,10; Gn 18,5). Equiparato alla parola divina (Mt 4,4), al banchetto messianico (Is 55,1), veniva offerto come primizia e nei sacrifici.
LโAT รจ ricco di richiami e di prefigurazioni dellโEucarestia: la manna, i banchetti dellโalleanza (Es 24,1-11), i pasti rituali, lโacqua viva.
LโUltima Cena si innesta nella cena pasquale ebraica (Es 12,1-13,16): rito fondante, memoriale per tutte le generazioni, ricordo dellโinterventi di Dio per Israele in attesa della liberazione14.
Nel NT Gesรน si serve dei pasti per manifestare la sua persona e la sua missione: accoglie pubblicani e peccatori (Mt 9,9-13), rimette i peccati (Lc 7,36-50), guarisce (Lc 14, 1- 6). Questi episodi insieme alla moltiplicazione dei pani compiute dal Messia sono chiare anticipazioni del banchetto eucaristico. Cristo รจ Pane del cielo e Pane della vita (Gv 6,32-35). Nella celebrazione eucaristica sul pane e il vino viene invocata la benedizione dello Spirito Santo e recitata la formula di consacrazione mediante la quale si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo รจ realmente presente con la sua anima e divinitร (Cfr. CCC 1412-13).
4. Altri elementi naturali: cenere, sale, incenso
Nella prassi liturgica, seppur piรน sommessamente rispetto agli altri elementi, vengono utilizzati la cenere, il sale, lโincenso e altri profumi.
La cenere รจ prodotto finale della combustione delle palme o dellโulivo della Domenica delle Palme.
Con la cenere posta sul capo il mercoledรฌ delle Ceneri si apre il cammino quaresimale. Qui la cenere รจ segno penitenziale, di sofferenza per le colpe e di riconoscimento del nostro nulla. La cenere ci ricorda che siamo pellegrini su questa terra; tale concezione รจ ripresa dallโusanza ebraica della cenere come strumento di penitenza, per umiliarsi e implorare il perdono divino come Giobbe (Gb 42,6).
Altro elemento naturale รจ il sale, che utilizzato in ambito alimentare per conservare e purificare, veniva posto ai battezzandi per preservarli dalla โputrefazione del peccatoโ e per sostenerli nella loro determinazione e adesione al Cristianesimo. Facoltativamente viene ancora utilizzato per la benedizione dellโacqua15.
Altro elemento utilizzato nella liturgia che viene ripreso dallโambito pagano e giudaico, รจ lโincenso. Bruciare lโincenso implica un atto di adorazione16; nel passato veniva offerto incenso alla divinitร o agli idoli, ai re e agli imperatori.
In ambito ebraico lโincenso viene utilizzato nei sacrifici (Es 30,34-35) veniva cosparso sui pani della presenza (Lv 2,1), bruciato nel giorno dellโEspiazione (Lv 16,12-13), simboleggia la preghiera (del giusto, del santo) che viene elevata al cielo, e sale gradita al cospetto di Dio (Sal 141,2; Ap 5,8).
Seppur utilizzato in maniera sempre piรน ridotta soprattutto in ambito occidentale, si ci avvale dellโincensazione per solennizzare la celebrazione eucaristica, come nel caso delle Solennitร o di celebrazioni particolari quali la Professione religiosa, lโordinazione sacerdotale o episcopale. Tuttavia lโincensazione avviene anche subito dopo lโesposizione del SS. Sacramento e prima della Sua reposizione, nelle processioni, nelle esequie. Nota!
Al termine di questo studio ci rendiamo conto dellโimportanza della natura e dei suoi elementi nella liturgia, soprattutto per la funzione che rivestono in ambito sacramentale, anche se talvolta tali elementi rischiano di essere sviati, manipolati o cambiati di significato.
Gli elementi naturali nella prassi liturgica diventano segni e simboli che mirabilmente rappresentano, uniscono e mettono in comunione il mondo divino con quello umano.
Suor Maria Speranza Marrocco
Bibliografia
- ROSSO S., Elementi naturali, in D. SARTORE โA.M. TRIACCA โ C. CIBIEN (a cura di), Liturgia in corsivo, Dizionari S. Paolo, Cinisello Balsamo 2001.
- KUNZLER M., La liturgia della Chiesa, ed. Jaca Book, vol.10, Milano 2003.
Fonti
La Bibbia Via, Veritร e Vita, ed. S. Paolo, Cinisello Balsamo 2012. Catechismo della Chiesa Cattolica in corsivo, LEV, Cittร del Vaticano 1992.
1 Cfr. S. ROSSO, Elementi naturali, in D. SARTORE โA.M. TRIACCA โ C. CIBIEN (a cura di), Liturgia in corsivo, Dizionari S. Paolo, Cinisello Balsamo 2001, p. 641.
2 Ibidem., p. 641.
3 Ibidem., p. 643.
4 Ibidem., p. 642.
5 Cfr. M. KUNZLER, La liturgia della Chiesa, ed. Jaca Book, vol.10, Milano 2003, p. 207.
6 Cfr. S. ROSSO, Elementi naturali, in D. SARTORE โA.M. TRIACCA โ C. CIBIEN (a cura di), Liturgia in corsivo, cit., p. 645.
7 Ibidem., p. 646.
8 Cfr. S. ROSSO, Elementi naturali, in D. SARTORE โA.M. TRIACCA โ C. CIBIEN (a cura di), Liturgia in corsivo, cit., p. 646; Cfr. M. KUNZLER, La liturgia della Chiesa, cit., p. 210.
9 Cfr. S. ROSSO, Elementi naturali, in D. SARTORE โA.M. TRIACCA โ C. CIBIEN (a cura di), Liturgia in corsivo, cit., pp. 647-648.
10 Ibidem., p. 649.
11 Ibidem., p. 652.
12 Cfr. M. KUNZLER, La liturgia della Chiesa, cit., p. 211; Cfr. S. ROSSO, Elementi naturali, in D. SARTORE โA.M. TRIACCA โ C. CIBIEN (a cura di), Liturgia in corsivo, cit., p. 652.
13 Cfr. S. ROSSO, Elementi naturali, in D. SARTORE โA.M. TRIACCA โ C. CIBIEN (a cura di), Liturgia in corsivo, cit., p. 653.
14 Cfr. S. ROSSO, Elementi naturali, in D. SARTORE โA.M. TRIACCA โ C. CIBIEN (a cura di), Liturgia in corsivo, cit., p. 655.
15 Cfr. M. KUNZLER, La liturgia della Chiesa, cit., p. 213.
16 Cfr. S. ROSSO, Elementi naturali, in D. SARTORE โA.M. TRIACCA โ C. CIBIEN (a cura di), Liturgia in corsivo, cit., p. 651.