HomeVangelo del GiornoGiuliva Di Berardino - Commento al Vangelo del 5 Gennaio 2025

Giuliva Di Berardino – Commento al Vangelo del 5 Gennaio 2025

Domenica 5 Gennaio 2025 - II DOMENICA DOPO NATALE
Commento al brano del Vangelo di: Gv 1,1-18

Commento a cura di Giuliva Di Berardino pedagogista e liturgista.

Trascrizione, non rivista, del video.

Buongiorno a tutti. Oggi, Domenica 5 Gennaio, in questa seconda domenica del tempo di Natale, la Liturgia viene introdotta da un’antifona d’ingresso che non รจ tratta direttamente dalla sacra scrittura, ma รจ una stupenda contemplazione che ci offre la preghiera della chiesa.

Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metร  del suo rapido corso, la tua parola onnipotente, O Signore, รจ scesa dai cieli dal tuo trono regale. รˆ proprio questa contemplazione della parola incarnata, della Divina Sapienza che ha preso la nostra fragile carne mortale, e proprio questa condizione umana limitata, questa contemplazione oggi celebriamo insieme.

La prima lettura รจ tratta dal libro del Siracide, capitolo 24, in un brano in cui la Sapienza elogia se stessa con queste parole: “Nella cittร  che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme รจ il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore รจ la mia ereditร , nell’assemblea dei Santi ho preso dimora”. Ecco per noi credenti la sapienza รจ proprio questo verbo di Dio che, come ripetiamo in risposta anche ai versi del Salmo 147, si รจ fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Contempliamo allora un mistero che la teologia ha profondamente, ha profondamente fatto suo e, diciamo no eh sviscerato. Ed รจ proprio il mistero dell’incarnazione del verbo di Dio che dovrebbe dilatar il cuore e riempirci di speranza e anche forse suscitare anche un pochino la nostra riflessione. Ce lo ricorda Paolo nella seconda lettura che ascoltiamo proprio in questa liturgia, tratta dalla lettera agli Efesini, capitolo 1, in cui ci viene proprio espressa una delle lodi piรน belle rivolte a Dio Padre per averci scelti in Gesรน prima della creazione del mondo, dice, per essere santi e immacolati di fronte a lui nella caritร .

“Predestinati per lui figli adottivi mediante Gesรน Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontร , a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato”. E poi aggiunge: “Il Padre della gloria vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui, illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua ereditร  tra i santi”.

Cosรฌ, dopo le meravigliose parole di Paolo, ci fanno cogliere questa grandezza della speranza eh che ci ha chiamati ad accogliere proprio la vita del Signore in noi e con lui la salvezza e la pace. La liturgia ci immette nella contemplazione del prologo del Vangelo secondo Giovanni, parole meravigliose, parole davvero di incanto. “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto รจ stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui nulla รจ stato fatto di ciรฒ che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio, il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perchรฉ tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo, e il mondo รจ stato fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo ha conosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto. A quanti perรฒ l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, nรฉ da volere di carne, nรฉ da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di veritร ”.

Giovanni gli dร  testimonianza e proclama: “Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me รจ avanti a me, perchรฉ era prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia. Perchรฉ la legge fu data per mezzo di Mosรจ, la grazia e la veritร  vennero per mezzo di Gesรน Cristo. Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che รจ Dio ed รจ nel seno del Padre, รจ lui che lo ha rivelato.

Giovanni in questo testo, mh poetico ma anche ben curato, deciso eh dal punto di vista sรฌ della fede, ma anche stilistico, anche contenutistico, anche di pensiero m ecco, in questo testo presenta Gesรน come il verbo di Dio che si รจ fatto carne e ha piantato la sua tenda in mezzo a noi. Cosรฌ afferma: il termine verbo che traduce il termine greco logos e che letteralmente potremmo dire parola, ma รจ una parola che compie azioni, ecco perchรฉ no diciamo il verbo.

Ha come sottofondo la letteratura sapienziale e tutto il tema della parola di Dio raccontato e cantato nell’Antico Testamento, dove la Sapienza viene presentata in legame stretto con la parola, quasi a identificarsi come una persona di Dio, un’entitร  di azione che vive in Dio e viene mandata da Dio nel mondo per comunicare vita all’esistenza. Il Verbo, perciรฒ, รจ la forza creatrice di Dio, la Sapienza che illumina la vita, il principio divino che comunica la vita di Dio negli esseri creati. Esiste allora una sorta di relazionalitร  in Dio aperta verso Dio, ma anche verso la creazione.

Parola di Dio รจ quella realtร  divina che mette in relazione Dio stesso, anche Dio con gli uomini, Dio con il creato, e quindi ci rende capaci e rende Dio stesso capace di dialogo. รˆ il modo di Dio che si comunica e ci comunica il suo essere. Dio ha parlato e parla non piรน solo con le parole, ma con la carne: si fa carne, abita in mezzo a noi, mette la tenda, cosรฌ รจ letteralmente dal greco, tra gli uomini e le donne, prendendo su di sรฉ la loro umanitร , la loro meravigliosa complessitร .

Lui che รจ il semplice, il puro ha abitato il corpo umano, lo ha nobilitato attraverso l’amore, l’abbassamento, la povertร , la precarietร . Non per una sorta di solidarietร , ma per far partecipare anche noi della sua divinitร , per renderci capaci con lui di vincere la morte, di vincere il male e ogni male, ogni morte. Il Vangelo allora diventa luce vera per noi perchรฉ ci manifesta che ogni uomo, ogni donna, ma anche ogni vita che esiste e che vede la luce su questa Terra รจ creata per la luce e, quando viene alla luce, riceve la chiamata di essere illuminata dal Verbo che รจ la luce eterna, Dio, la vita stessa che il Padre dona nel Figlio.

Certo, ci serve tutta una vita, eh, per eliminare il male che รจ nel nostro cuore e perchรฉ il Vangelo possa davvero essere luce anche per le nostre menti per poter comprendere questi grandi misteri. Ma tutta la liturgia di oggi ci avvicina eh a questo mistero e ci annuncia che nessun male, nessuna morte potrร  riuscire ad avere il sopravvento.

รˆ l’antifona stessa che abbiamo ascoltato all’inizio di questa celebrazione: “Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metร  del suo rapido corso, la tua parola onnipotente, Signore, รจ scesa dai cieli dal tuo trono regale”. Contempliamo oggi il mistero dell’incarnazione del Verbo che รจ Cristo, luce di sapienza che viene dal trono di Dio per illuminare le nostre tenebre, le nostre paure. Lasciamoci illuminare da Cristo: egli nasce e rinasce nei cuori come luce di speranza. In questo anno giubilare lasciamo entrare la luce della Sapienza incarnata in questo mondo. Offriamo le nostre preghiere al bambino Gesรน perchรฉ abbiamo ricevuto dalla sua pienezza grazia su grazia e da lui riceviamo la luce vera nel cuore. Buona domenica.

Chi รจ Giuliva di Berardino

Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Universitร  Antonianum di Roma, la Licenza presso lโ€™Istituto di Liturgia Pastorale di Padova e il Dottorato in Teologia con specializzazione in Liturgia, nello stesso Istituto. Eโ€™ anche pedagogista del movimento, insegnante di educazione al movimento e di religione nella scuola pubblica. Consacrata nellโ€™Ordo Virginum della diocesi di Verona, guida laboratori di danza e preghiera, predica esercizi spirituali, ritiri e conferenze dedicandosi allโ€™evangelizzazione e allโ€™accompagnamento spirituale. Ha pubblicato: โ€œDanzare la Misericordiaโ€, ed. dellโ€™Immacolata, โ€œLโ€™amore sponsale un amore che danzaโ€, Effatร  editrice, โ€œIl profumo delle donne nei Vangeliโ€ Tau editrice, โ€œLa via della bellezza. Riflessioni sulla โ€œVia Pulcritudinisโ€, Tau editrice. “La danza rituale: dalla pietร  popolare alla litrurgia” edizioni Centro Liturgico Vincenziano. Insegna liturgia per laici nelle Scuole Vicariali della diocesi di Verona e nella Scuola di Spiritualitร  S. Antonio Dottore di Padova.
Pubblica commenti al vangelo e riflessioni spirituali sul suo canale Youtube. Cura quotidianamente la rubrica โ€œShemร โ€ sul giornale online โ€œInformazione cattolicaโ€, al servizio dellโ€™evangelizzazione e della cultura religiosa. Collabora inoltre con lโ€™ufficio pellegrinaggi della diocesi di Verona proponendo itinerari di spiritualitร .

 

Articoli Correlati