Commento a cura di Giuliva Di Berardino pedagogista e liturgista.
Questa la trascrizione generata automaticamente da YouTube:
Buongiorno a tutti Oggi mercoledì 18
gennaio ascoltiamo Il Vangelo secondo
Marco capitolo 3 versetti dall’1 al 6 in
quel tempo Gesù entrò di nuovo nella
Sinagoga vi era lì un uomo che aveva una
mano paralizzata e stavano a vedere se
lo guariva il giorno di sabato per
accusarlo e gli disse all’uomo che aveva
la mano paralizzata alzati vieni qui in
mezzo poi domandò loro è lecito il
giorno di sabato fare del bene o fare
del male salvare una vita o ucciderla ma
essi tacevano e guardandoli tutti
intorno con indignazione rattristato per
la durezza dei loro cuori disse all’uomo
tendi la mano e lì la Tese e la sua mano
fu guarita e i Farisei uscirono subito
con gli erodiani e tennero consiglio
contro di lui per farlo morire
Gesù
compie una guarigione il giorno di
sabato provocando Abbiamo ascoltato
l’ira dei farisei e degli erodiani che
subito
uscirono dalla Sinagoga e è scritto
tenero consiglio contro di lui per farlo
morire da ciò che racconta il Vangelo
sembra quasi che gli uomini presenti in
Sinagoga quel sabato erano proprio lì
per vedere se Gesù avesse guarito o no
quella mano qui è scritto paralizzata
nel testo potrebbe anche essere tradotta
come
inaridita ecco inaridita comunque con
questa mano che non veniva utilizzata da
questo uomo anonimo che era lì presente
Ecco che Gesù è entrato quindi in quella
Sinagoga Chiama quell’uomo che aveva la
mano paralizzata e gli dice alzati vieni
qui in mezzo
e quindi trovandosi al centro della
stanza con lui Ecco Gesù gli dice tendi
la mano e la scena è interessante Al
centro tra gli uomini religiosi riuniti
nel giorno di Shabbat c’è un uomo che
mostra la sua mano
paralizzata appunto letteralmente
inaridita la mano è una parte di sé che
maggiormente si può attendere verso
l’altro e che permette a ciascuno di noi
esseri umani l’azione del ricevere e del
dare
la mano è una una parte anche simbolica
della persona indica proprio l’azione la
forza la capacità di mettersi in gioco
di dare se stesso delle volte nella
Bibbia e anche diciamo quella figura re
significa che indica la parte per il
tutto no la mano indica la persona anche
Ecco quindi una mano inaridita non può
compiere azioni non può più né salvare
una vita né ucciderla per ripetere
proprio le parole di Gesù in questo
testo e ora l’uomo dalla mano inaridita
chiamato da Gesù obbedisce alla vita e
al suo richiamo davanti a Gesù quella
mano morta che si tende per chiedere
diventa una mano che si tende per donare
se stesso la propria fiducia nella vita
davanti al signore della vita che è Gesù
e vediamo subito il forte contrasto che
c’è tra L’obbedienza della Fede di
questo uomo che gli fa sperimentare la
guarigione e la durezza di tutti questi
uomini religiosi presenti in Sinagoga
che credono di onorare la legge di Dio
E infatti quando Gesù chiede loro è
lecito un giorno di sabato fare del bene
o fare del male salvare una vita
ucciderla e tutti tacciono tacciono di
fronte alle parole dell’evidenza di
fronte alle parole della luce parole che
risvegliano il torpore della loro
coscienza
essi tacciono la durezza di cuore toglie
a loro il coraggio di confessare la
verità Gesù non sta facendo un lavoro
nel giorno di Shabbat egli sta facendo
del bene sta salvando una vita e loro
c’è un uomo che soffre in mezzo a loro
ma nessuno lo vede tutti sono presi a
tramare il male contro Gesù contro
colui che invece è lì per per dare la
vita per per rimettere
stile di vita e loro sono tutti
concentrati da un’altra parte
e così proprio nel giorno di Shabbat nel
giorno santificato da Dio con la sua
benedizione questi uomini non
contemplano la vita ma tremano la morte
sono ciechi e muti non vedono quell’uomo
e tacciano davanti all’evidenza di una
legge di Dio non osservata non praticata
perché non danno importanza alla vita
non vedono l’azione per la vita i loro
cuori sono induriti lo dice il testo lo
dice Gesù no lo manifesta
in quello che dice il testo proprio loro
lo esplicita Gesù si rattrista per la
durezza dei loro cuori non sono più
cuori di carne sono cuori di pietra
tramare il male e la morte contro
qualcuno ci rende così Tutti possiamo
correre il rischio di arrivare Così
ciechi e muti insensibili come oggetti
non come persone
e Gesù si rattrista dicevo per la
durezza di questi cuori per questi
uomini che non sanno più percepire gli
altri ma nemmeno se stessi non sanno più
riconoscere gli altri come come parte di
sé non sanno più dirsi fratelli tra di
loro Allora oggi preghiamo il Signore
che ci salvi dalla durezza del cuore che
nessuno possa più diventare
insensibile agli altri tanto da
toglierci la possibilità di vedere di
sentire di ascoltare e di percepire gli
altri di dare loro anche il nostro
contributo per realizzare con quello che
siamo la pace l’armonia la felicità con
i nostri fratelli e chiediamo che questo
dono di docilità ci venga fatto oggi che
il Signore veramente non ci esponga alla
durezza del cuore e che custodisca il
nostro cuore nella pace e nella gioia
nell’armonia nel dono che ci dia un
cuore di carne perché possiamo portare
pace Gioia felicità
lì dove Il signore oggi ci chiama buona
giornata
Giuliva Di Berardino laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma, la Licenza presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova e il Dottorato in Teologia con specializzazione in Liturgia, nello stesso Istituto. E’ anche pedagogista del movimento, insegnante di educazione al movimento e di religione nella scuola pubblica. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, guida laboratori di danza e preghiera, predica esercizi spirituali, ritiri e conferenze dedicandosi all’evangelizzazione e all’accompagnamento spirituale. Ha pubblicato: “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, “L’amore sponsale un amore che danza”, Effatà editrice, “Il profumo delle donne nei Vangeli” Tau editrice, “La via della bellezza. Riflessioni sulla “Via Pulcritudinis”, Tau editrice. “La danza rituale: dalla pietà popolare alla litrurgia” edizioni Centro Liturgico Vincenziano. Insegna liturgia per laici nelle Scuole Vicariali della diocesi di Verona e nella Scuola di Spiritualità S. Antonio Dottore di Padova.
Pubblica commenti al vangelo e riflessioni spirituali sul suo canale Youtube. Cura quotidianamente la rubrica “Shemà” sul giornale online “Informazione cattolica”, al servizio dell’evangelizzazione e della cultura religiosa. Collabora inoltre con l’ufficio pellegrinaggi della diocesi di Verona proponendo itinerari di spiritualità.