Commento a cura di Giuliva Di Berardino pedagogista e liturgista.
Trascrizione, non rivista, del video.
Buongiorno a tutti. Oggi, domenica 10 novembre, 32A Domenica del Tempo Ordinario. Nella liturgia della parola di questa domenica emerge in modo ridondante la figura sociale che nell’antichitร era tra le piรน povere: cioรจ la figura della vedova.
La prima lettura, tratta dal primo libro dei Re (1 Re 17, 10-16), racconta la storia del profeta Elia che, trovandosi in viaggio, entra nella cittร di Sarepta e viene accolto da una donna vedova, che viene poi ricolmata di abbondanza per aver creduto nelle parole del profeta. Lo fa cucinando prima una piccola focaccia per lui, per il profeta, e poi per lei e per suo figlio. Una storia commovente che ci mostra il profeta compassionevole, premuroso verso la vedova. Quindi, un’immagine di Dio padre che si prende cura dei suoi figli, dei piรน poveri, dei piรน dimenticati. Ma fa emergere questo racconto anche la fede di questa donna, di questa povera vedova, che ascolta e crede alle parole di bene che il profeta Elia pronuncia prima che lei si mettesse a cuocere questa focaccia per lui.
Anche il Vangelo ci racconta di una vedova. Siamo nel Vangelo secondo Marco, al capitolo 12, versetti 38-44: “In quel tempo, Gesรน diceva alla folla, mentre insegnava: ‘Guardatevi dagli scribi che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe, i primi posti nei banchetti, divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere. Essi riceveranno una condanna piรน grave.'”
E seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte, ma venuta una povera vedova, vi gettรฒ due spiccioli, cioรจ un quattrino. Allora, chiamati a sรฉ i discepoli, disse loro: “In veritร vi dico, questa vedova ha gettato nel tesoro piรน di tutti gli altri, perchรฉ tutti hanno dato del loro superfluo. Essa invece, nella sua povertร , vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere.”
Ecco, davanti a Gesรน, davanti ai discepoli in quel giorno a Gerusalemme, compare una donna vedova povera, di cui non conosciamo il nome. A differenza della vedova che compare davanti a Elia nella prima lettura, questa donna del Vangelo non riceve direttamente le parole da Gesรน. Il Vangelo ci trasmette bene che Gesรน la prende come modello davanti ai discepoli per insegnare qualcosa. E che cosa? “Guardatevi dagli scribi che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere i saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti, divorano le case delle vedove, ostentano di fare lunghe preghiere. Essi riceveranno una condanna piรน grave.” Ecco quindi una messa in guardia verso coloro che ostentano una certa ricchezza.
Allora, in questa 32A Domenica del Tempo Ordinario, impariamo da questa donna che le azioni piรน gradite al Signore sono quelle nascoste, quelle che solo il Signore sa. Impariamo che c’รจ un nascondimento gradito a Dio, non il nascondimento che mette tutto nelle tenebre, ma quello che offre una certa destabilizzazione, un nascondimento che fa uscire qualcosa di sano, di buono, di santo da noi stessi. Un nascondimento che non ci trattiene, ma che ci mette a rischio della nostra stessa sussistenza, un nascondimento che ci espone alla povertร . Ed รจ questo che รจ gradito al Signore: ci toglie le sicurezze, ci toglie il comfort dei nostri guadagni.
Questo nascondimento, il nascondimento della caritร , รจ gradito a Dio, perchรฉ purifica il cuore da ogni possibilitร di attaccamento a noi stessi. Perchรฉ questo nascondimento รจ nascosto persino ai nostri occhi, proprio come รจ successo a questa donna anonima. Lei si fa coraggio, si mette in fila tra i ricchi del tempio per dare la sua misera offerta. Sa di essere vista, sa di essere giudicata, ma supera questa vergogna. Perchรฉ? Perchรฉ lei cerca di dare, come dice Gesรน, tutto quello che aveva per vivere.
Nessuno, a parte i discepoli, quel giorno poteva sapere quanta stima questa donna avesse ricevuto da Gesรน. Nessuno, neppure lei, perchรฉ non sappiamo se lei abbia mai saputo cosa avesse detto di lei Gesรน. Non sappiamo se avesse mai saputo che sarebbe diventata un grande esempio per i discepoli di Gesรน da quel giorno fino a noi oggi. Certamente non sapeva che questo suo gesto silenzioso, nascosto, di questo nascondimento che perรฒ dร il coraggio di uscire, sarebbe stato inserito nel Vangelo e avrebbe insegnato come vivere la caritร secondo l’insegnamento di Gesรน.
Questa vedova sapeva solo una cosa: che donando tutto, ha rischiato di restare senza niente pur di onorare Dio, purchรฉ Dio venisse onorato nel suo tempio. E la seconda lettura, tratta dalla Lettera agli Ebrei, ci mostra che il culto a Dio, grazie all’offerta della vita di Gesรน, ci rende persone capaci di osare nella fede, nella speranza e di compiere atti di caritร .
Ecco la Lettera agli Ebrei, capitolo 9, versetti 24-28: “Come per gli uomini รจ stabilito che muoiano una sola volta, dopodichรฉ viene il giudizio, cosรฌ Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirร una seconda volta senza alcuna relazione con il peccato a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.” Anche Cristo si รจ nascosto, si รจ nascosto offrendosi nella carne, donando la sua vita per tornare una seconda volta nella gloria per salvarci.
La vedova, allora, che la liturgia ci mostra oggi, รจ proprio la figura del coraggio, del coraggio che si nasconde ai potenti, certo, ai sapienti, ma che fa uscire la potenza di Dio. E questo coraggio รจ necessario per vivere di fede e di speranza, praticando la caritร davanti agli uomini e davanti a Dio. Questa caritร , che spesso รจ anche nascosta, รจ potente nella fede e questa opera รจ opera di Dio. Noi la riconosciamo quando veniamo onorati, gli ultimi, i miseri, i poveri, quando anche noi, nelle situazioni di povertร , proviamo, osiamo piรน di quello che possiamo, e sappiamo nella fede che Dio ci riconosce.
E allora, insieme, preghiamo nell’assemblea il Salmo 145: “Il Signore rimane fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dร il pane agli affamati, il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi รจ caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri, sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie degli empi, dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, Sion, di generazione in generazione.”
Allora, possa il Signore in questa domenica farci arrivare all’altezza di questa vedova, elogiata da Gesรน, capaci di donare tutto quello che abbiamo, non solo i soldi, ma anche il tempo, la vicinanza, l’amicizia, anche quando ci costa.
Un santo veronese molto amato dalla gente, San Giovanni Calabria, faceva ogni giorno un piccolo esercizio, ma grandioso. Un piccolo ma grandioso esercizio per esercitare la caritร , perchรฉ aveva capito che la caritร nasconde un affidamento quotidiano a Dio. E allora, per essere sempre di piรน, ogni giorno affidato a Dio, che egli riconosceva proprio come Provvidenza, ogni sera donava tutto quello che aveva ricevuto per Provvidenza durante la giornata a qualcuno di piรน povero di lui.
Perchรฉ faceva questo? Lui lo diceva: “Cosรฌ, ogni mattina mi posso affidare sempre di piรน a Dio, Provvidenza.” Questo oggi ci sembra una follia, ma รจ fede, e la liturgia oggi ce lo conferma: questa forza che ci fa uscire da noi stessi, per donare qualcosa a qualcuno, per donare tutto noi stessi. Questa รจ fede, รจ caritร spinta dalla fede, รจ coscienza profonda di un cuore libero che non ha paura di restare senza nulla. Non ha paura delle critiche degli altri, e non ha nemmeno paura di restare senza nulla o senza nessuno vicino, perchรฉ sa che chi sta con il Signore possiede tutto.
Buona domenica.
Chi รจ Giuliva di Berardino
Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Universitร Antonianum di Roma, la Licenza presso lโIstituto di Liturgia Pastorale di Padova e il Dottorato in Teologia con specializzazione in Liturgia, nello stesso Istituto. Eโ anche pedagogista del movimento, insegnante di educazione al movimento e di religione nella scuola pubblica. Consacrata nellโOrdo Virginum della diocesi di Verona, guida laboratori di danza e preghiera, predica esercizi spirituali, ritiri e conferenze dedicandosi allโevangelizzazione e allโaccompagnamento spirituale. Ha pubblicato: โDanzare la Misericordiaโ, ed. dellโImmacolata, โLโamore sponsale un amore che danzaโ, Effatร editrice, โIl profumo delle donne nei Vangeliโ Tau editrice, โLa via della bellezza. Riflessioni sulla โVia Pulcritudinisโ, Tau editrice. “La danza rituale: dalla pietร popolare alla litrurgia” edizioni Centro Liturgico Vincenziano. Insegna liturgia per laici nelle Scuole Vicariali della diocesi di Verona e nella Scuola di Spiritualitร S. Antonio Dottore di Padova.
Pubblica commenti al vangelo e riflessioni spirituali sul suo canale Youtube. Cura quotidianamente la rubrica โShemร โ sul giornale online โInformazione cattolicaโ, al servizio dellโevangelizzazione e della cultura religiosa. Collabora inoltre con lโufficio pellegrinaggi della diocesi di Verona proponendo itinerari di spiritualitร .