I stazione
Gesù è condannato a morte,
vista con gli occhi di Maria Maddalena
Dal Vangelo secondo Matteo 27,11-14.24-26
La cosa più terribile, quando chi ami soffre, non è la sofferenza in sé, ma il non stare con lui.
Il non stargli accanto.
Dove sei?
Che ti stanno facendo?
Ti ho visto un attimo fuori dal sinedrio mentre ti portavano da Pilato.
Poi Erode.
Poi di nuovo Pilato.
Ormai ti trascinano.
Non ti reggi in piedi.
Eri legato mi sembra.
C’è folla.
Rumore.
Urla.
Ho capito che eri tu. Che stavi uscendo.
Perché ho visto Maria alzarsi.
Sono ore che siamo qui.
Sì, era seduta un attimo.
Basta seguire il suo sguardo per sapere dove sei.
E così ho fatto.
E così ti ho visto.
Eccoti.
Il mio uomo amatissimo.
Il mio Gesù.
La corona, il mantello rosso.
Porpora e sangue.
Amore mio. Amore di tua madre.
Sei in piedi perché lei ti fissa.
Il suo sguardo regge te e me.
Il mio re.
Il re della mia vita.
Vorrei essere quel manto.
Invece, a volte, sono stata quella corona, quelle spine.
Perdonami.
Ti vogliono morto, amore mio.
Giudei come me e te.
Ma non li riconosco.