Quando si va a casa di un amico solitamente si viene ben accolti, si trascorre del tempo insieme, ci viene detto anche di fare come se fossimo a casa nostra, perché l’amico ci tiene alla nostra presenza, alla nostra compagnia e soprattutto si fida di noi.
Questo però non ci autorizza a distruggergli casa, a fare i fatti nostri, come se lui non ci fosse. Perché con Dio dovrebbe essere diverso? Gesù si arrabbia per questo: quella è la casa di Dio, non è un ammasso di mattoni qualunque.
Questo ci fa anche pensare su come certe volte entriamo in chiesa, forse dimenticandoci che lì c’è realmente Qualcuno che ci aspetta e non desidera altro che incontrarci, anche quando non Gli rivolgiamo nemmeno uno sguardo. Ma questo Vangelo non si ferma al rimprovero, la rivelazione è alla fine. Il Vero Tempio in realtà non è fatto di mattoni, ma di carne, ed è il corpo di Gesù.
Ogni volta che noi celebriamo l’Eucaristia non entriamo solo in un luogo sacro, ma in Gesù diventiamo tempio sacro: il suo corpo e il suo sangue vengono offerti “per noi e per tutti” e lì ognuno diventa parte dello stesso corpo, dello stesso tempio sacro da custodire.
Quando usciamo da messa, diventiamo un tabernacolo, imperfetto e magari a volte un po’ ammaccato, ma sempre abitato dal Signore.
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