Il Vangelo di Luca è un po’ il vangelo dei segni, inizia proprio con due personaggi che chiedono un segno, Zaccaria e Maria, quasi a volerci dire che il credente ha bisogno di segni, ma attenzione, perché il segno non sostituisce la fede; la stessa Maria è «colei che ha creduto, nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Ma qual è il segno di Giona? Molti sono d’accordo nel dire che il segno di Giona non è tanto la predicazione che egli compie a Nìnive ad un popolo pagano; ma la sua “singolare” avventura che precede la predicazione, ovvero l’aver soggiornato incolume per tre giorni dentro il ventre di un pesce, quindi Giona che miracolosamente scampa alla morte è il vero segno che Dio ha dato agli abitanti di Nìnive.
Se ci pensiamo bene la Quaresima non è altro che questo percorso di preparazione per “uscire” dalla morte, essa infatti ci permette di vivere in pieno la resurrezione del Figlio di Dio. Gesù c’invita all’inizio di questa Quaresima a capire quali sono le nostre “esperienze di morte” e come poter risorgere da esse, certi che Egli è la nostra guida e il nostro modello; solo così anche noi potremmo essere segni e portatori dell’amore di Dio agli altri.
Da quale “esperienza di morte” devo risorgere?
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