Fermiamoci su due aspetti. Ne scegli uno, quello che ti provoca di più. Da una parte Gesù, il pane disceso dal cielo. Colui che dona la sua vita e il suo corpo e sangue per la vita eterna di tutto il mondo, tutta la gente di tutti i tempi.
Per noi, me e te, questo non è solo l’invito di andare alla messa e comunicarsi (anche se quello è essenziale per la nostra vita spirituale e per la nostra fede), ma, perlopiù, di sintonizzare tutta la nostra vita con la volontà di Gesù, perché comunicandoci, dovremmo lasciare ciò che è del mondo e abbracciare ciò che è di Cristo, i suoi sentimenti e i suoi comportamenti nel nostro quotidiano, dovremmo letteralmente essere trasformati da dentro dal fatto che riceviamo il corpo di Cristo. Dall’altra parte i Giudei.
Coloro che mormorano, che dimostrano che, nonostante tutta l’iniziativa possibile da parte di Dio, lui non vuole forzarci, ma siamo noi che dobbiamo scegliere Cristo giorno dopo giorno. Loro invece mormorano, lo rifiutano. È possibile prendere anche questo cammino, rifiutare Gesù. Per me e te oggi significa anche rifiutare il nostro vicino, colui che Dio mi ha mandato sul mio cammino.
Quante porte ho chiuso a Dio perché non l’ho riconosciuto nella persona vicina, magari anche non amichevole, non è forse lo stesso Gesù, che qui dice che è pane disceso dal cielo, che ha detto di amare i nostri nemici? E io come mi comporto e cosa dico di coloro che incontro nella mia vita?
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