Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 7 Gennaio 2021

Come il primo annuncio della nascita del Salvatore è stato fatto ai pastori, giudicati gli ultimi degli ultimi, i più lontani da Dio, così Gesù inizia la sua predicazione proprio in Galilea, considerata dai giudei regione malfamata e disprezzata.

La motivazione è chiara e più volte ribadita dalla stesso Gesù: “Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce”…”non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” (Mt 9,12)…”non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Lc 5,32) e non penso ci sia bisogno di continuare.

La questione è molto semplice: fintanto che ci sentiremo giusti e osservanti della legge difficilmente potremo fare esperienza di Dio. Perché l’Amore va lì dove manca e Maria ci ricorda che il Signore guarda, benedice e abita “l’umiltà della sua serva” non le sue qualità.

Se siamo infatti, pieni di noi stessi, non ci sarà mai spazio per Dio. Le parole di Paolo, in merito, sono molte chiare: “mi vanterò ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo…quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,9-10).


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