Ma come si fa a cercare qualcuno in luogo deserto?! Che poi com’è insistete questa gente, a tratti scocciante, quasi come se avessero ansia di perdere il Signore, di perdere i Suoi miracoli, le Sue parole, la Sua presenza.
Che poi forse siamo proprio noi a stare nel deserto. In quel luogo in cui soffriamo la solitudine, il disorientamento, la disperazione, il senso di morte e di non senso. Quei deserti che ci tengono intrappolati e dai quali da soli certamente non possiamo uscire. Due sono le cose che possiamo fare.
O lasciare che nella notte del deserto si raffreddi il nostro cuore o semplicemente accettare di essere dipendenti, affamati e assetati di quel Dio che si china sulle nostre fragilità. Semplicemente lasciarci trovare da quel Dio che si china anche quando pensiamo di averLo perso, anche quando pensiamo che ormai non sia parte della nostra vita.
Quel Dio che si china in Gesù Cristo, nel “come stai?” di un amico, nell’amorevolezza di un padre, una madre, un fratello o una sorella, e in tutti coloro che una volta trovati e riconosciuti salvati, si mettono a servire e continuare ad essere quel Gesù che si china e ama
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