Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 6 Maggio 2022

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Quando andiamo a messa forse ci capita di accostarci all’Eucaristia per abitudine o perché da animatori dobbiamo dare il buon esempio ai ragazzi o ancora perché ci vanno tutti… forse non sempre ci soffermiamo su queste parole di Gesù che ci riportano al significato più profondo di quel dono che riceviamo ogni volta che partecipiamo alla messa. Quel pane e quel vino sono il Suo corpo e il Suo sangue. E fin qui, ci siamo. Ce l’hanno detto anche al catechismo. Ma qual è il senso di prendere parte all’Eucaristia? Due motivi: avere la vita eterna (da ora) e rimanere. Noi in Lui e Lui in noi. A Gesù non basta che si parli di Lui, che si tramandino le sue parole e opere: vuole essere una cosa sola con te, vuole rimanere in te e vuole darti la possibilità, se lo desideri, di rimanere in Lui. Possiamo essere una cosa sola, un corpo solo in Lui. Il Suo è un atto d’amore. Spesso non lo capiamo, ci sembra una cosa un po’ strana, ma è la via che il Signore ci offre per stare con Lui e per essere Uno in Lui.

Domenico Savio aveva un grande desiderio: essere tutto del Signore. Sapeva bene che senza Eucaristia, questo desiderio sarebbe rimasto solo un bel pensiero. Si confessava spesso per vivere bene quell’incontro speciale e faceva dell’Eucaristia il suo stile di vita, facendosi dono per chiunque incontrasse.
Domenico Savio era buono sì, ma non è nato santo. Lo ha desiderato, ha messo tutta la sua vita nelle mani di Gesù e Maria, si è lasciato guidare da un buon sarto e oggi possiamo dire con certezza che la sua buona stoffa è diventata proprio un bell’abito per il Signore.

Oggi Domenico ci direbbe che anche noi possiamo essere santi…Perché non provarci?


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