Tra le notizie di qualche giorno fa, si può leggere la storia di Karajic, un ristoratore bosniaco che negli ultimi tre anni ha aperto la sua casa ai profughi che compiono la traversata che divide la Bosnia dalla Croazia, offrendo loro un pasto caldo, riparo dalla neve, scarpe, senza ricevere nulla in cambio. Se gli si chiede perché lo fa, indica il lato sinistro del petto.
I Magi e Karajic si lasciano attraversare dalla povertà che si trovano davanti agli occhi e la abbracciano, anche se non li riguarda direttamente. I Magi si trovano davanti a un re, che di regale ha ben poco. Non sappiamo cosa abbiano pensato imbattendosi in un neonato in una mangiatoia, ma sappiamo che quando si fermano sul luogo in cui si trova la stella, provano una gioia grandissima. La gioia che abita il loro cuore, li incoraggia a entrare, prostrarsi, adorare e offrire in dono ciò che hanno. Ognuno il suo. Lo stesso cuore spinge Karajic a offrire ciò che ha per quei migranti per cui non c’è posto da nessuna parte.
Dio è nato bambino per spingerci ad avere cura degli altri. Il suo amore disarmato e disarmante ci ricorda che il tempo che abbiamo serve a consolare le lacrime di chi soffre. (Papa Francesco)
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