Dovremmo preoccuparci che le nostre parole e le nostre azioni coincidano, così da essere coerenti prima di tutto con noi stessi e poi agli occhi di chi ci osserva dall’esterno. Ciò che è fuori dovrebbe essere l’espressione di ciò che portiamo dentro.
Invece tante volte siamo così occupati a preservare l’apparenza da dimenticare che è l’anima che dobbiamo salvare e che presenteremo un giorno a Dio. I farisei fanno di questa apparenza il senso della loro vita ed in virtù di questa si sentono in diritto di caricare gli altri di pesi insopportabili che loro non sono disposto neppure a sfiorare.
Dicono, si riempiono la bocca di parole ma non fanno nulla. Perché dentro e dietro queste parole, non c’è un significato, una consistenza, non c’è fede, non c’è nulla! Sono parole vuote, giudizi morali implacabili che piuttosto che avvicinare allontanano.
Questo perché le persone non hanno bisogno di essere giudicate ma amate. E se vogliamo che qualcuno si converta iniziamo prima a convertire noi stessi e poi sarà il nostro cuore convertito a tracciare la strada che qualcuno magari seguirà.
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