Il riposo è un atto necessario. Abbiamo bisogno di staccare dal nostro vivere quotidiano frenetico, fatto di corse, frette ed urgenze. Si, anche come cristiani abbiamo bisogno di momenti per “ricaricarci”, per ricordarci il perché facciamo certe cose, e viviamo questa nostra vita. Il fatto è che spesso alla domanda “Cosa si aspetta da me Gesù?” rispondiamo attraverso la specificazione del verbo fare: “dovrei fare questo, dovrei fare quest’altro”.
La verità però è un’altra: Gesù da noi non si aspetta nulla, o per lo meno non si aspetta nulla che abbia a che fare innanzitutto con il verbo fare. Questo ovviamente non deve sminuire il nostro apostolato, o il nostro impegno in ogni stato di vita che viviamo, ma dovrebbe però relativizzarlo, cioè porlo al livello della relazione con il Signore, e cioè toglierlo dalla cima delle preoccupazioni e delle ansie e porlo nell’ambito dell’Amore ricevuto e donato.
Ecco perché Gesù reagisce ai racconti dei discepoli dando loro l’opportunità di recuperare ciò che conta: il rapporto intimo con Lui. Da qui capiamo l’importanza di vivere adeguatamente i momenti forti dell’anno attraverso ritiri, giornate di riflessione dove il “fare” viene messo da parte e dove ci si concentra sul nostro rapporto con Lui. Da qui capiamo l’importanza di vivere nel quotidiano momenti in cui stare alla presenza del Signore.
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