Nel vangelo di oggi Gesù fa i conti con i pregiudizi che provengono dalle persone della sua patria. È paradossale come venga giudicato e deriso da coloro che condividono la sua stessa provenienza. Eppure molto spesso anche noi siamo vittima di giudizi e pregiudizi proprio da parte delle persone che appartengono alla cerchia delle nostre conoscenze, magari anche familiari, amici, parenti.
Può accadere che queste persone pensino di sapere tutto di noi e si siano costruiti un’idea della nostra persona che non sono disposti a modificare.
Così, quando questa immagine non corrisponde alla realtà ci si ritrova a scontrarsi con il pregiudizio. Questo pregiudizio, che di per sé è naturale avere, in quanto esso rappresenta semplicemente un giudizio che viene prima della conoscenza di qualcosa o qualcuno, diviene un grosso ostacolo alla libertà ed originalità dell’altro se non si è disposti a modificarlo nel momento in cui ci si rende conto che non rispecchia la verità delle cose.
Gesù arriva ad affermare che non può operare prodigi presso quella gente a causa della loro incredulità. Sia nel rapporto con l’altro che in quello con Dio dobbiamo lasciare a ciascuno la libertà di essere se stesso fino in fondo, perché soltanto così vivremo nella verità le nostre relazioni ed esse esprimeranno il loro massimo potenziale.
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