Elisabetta chiede a Maria quale sia il motivo della sua visita, nonostante già sappia che lei aspetta un figlio e che quel figlio è il suo Signore. Benedice Maria, gioisce con lei e nei loro grembi ci sono due vite che si preparano a venire al mondo. Maria risponde alla domanda di Elisabetta con una delle preghiere più belle di sempre: il magnificat.
Con queste parole, Maria sembra intessere una trama che lega la sua storia a quella di Dio, a quella del suo popolo, a quella di ciascun essere umano “di generazione in generazione”. Maria ancora non ci conosceva e già ci pensava, in quanto mamma del Figlio dell’uomo e poi di ogni uomo. Davanti a queste parole di Maria, potremmo provare a continuare noi… come la nostra anima magnifica il Signore oggi?
Quali sono le grandi cose che il Signore fa in noi? In questa preghiera antica e sempre nuova, possiamo riconoscerci parte di un piano più grande. È un po’ come se il Signore avesse già scritto la nostra storia con un inchiostro invisibile, ci chiederemmo allora, che fine faccia la nostra libertà… a dire il vero, per tutta la nostra esistenza, abbiamo noi in mano la penna per scegliere se ricalcare quell’inchiostro e renderlo visibile o fare delle variazioni.
È bello però scoprire come, anche davanti a quelli che ai nostri occhi sono i peggiori scarabocchi, il Signore trova sempre il modo di renderli capolavori.
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