“Un giovane gli chiese un giorno come facesse a conoscere l’avvenire e a indovinare tante cose segrete. Gli rispose: «Ascoltami. Il mezzo è questo, e si spiega con: Otis, botis, pija tutis. Sai cosa significano queste parole?… Stai attento. Sono parole greche, e, – scandendo, ripeteva: – O-tis, bo-tis, pi-ja tu-tis. Capisci? Questo è il mio segreto grazie al quale opero cose straordinarie, leggo nelle coscienze, conosco i misteri. Ma se tu sei furbo, puoi capirne qualcosa»
E ripeteva quelle quattro parole puntando il dito indice sulla fronte, sulla bocca, sul mento, sul petto del giovane. Finì per dargli all’improvviso uno schiaffetto. Il giovane rise, ma insisteva: «Almeno mi traduca le quattro parole!». Gli rispose don Bosco: «Posso tradurle, ma non capirai la traduzione – e scherzosamente gli disse in dialetto piemontese – Quand ch’at dan ëd bòte, pije tute. (Quando ti dan botte, pigliale tutte).» E voleva dire che per farsi santi occorre accettare tutte le sofferenze che la vita ci riserva.”
In fondo diventare come i bambini vuol dire anche fidarsi della mamma e del papà anche quando le cose non vanno bene. Don Bosco per tutta la sua vita non ha fatto altro che fidarsi del buon Dio e affidarsi a Lui. Davvero don Bosco ha incarnato il Vangelo, non solo facendosi bambino, ma accogliendo tutti quei “bambini” ai quali la vita aveva riservato solo “botte”… e la sua missione oggi continua con te.
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