“Certo che sei proprio storto!” Capita di utilizzare questa espressione per dire ad una persona che non è “a posto”, che non ragiona, che non funziona bene, che qualcosa non va come deve nella sua testa. A volte, anche noi ci possiamo sentire così, pensando di essere senza forma, di non capire nulla, di non avere direzione, di essere un po’ “storti”.
Passiamo le giornate a piangere sui nostri problemi e a cercare le colpe del nostro malessere negli altri o nelle situazioni, o in qualcosa di “storto” che crediamo sia presente in noi e sentiamo quindi il bisogno di essere liberati da qualcosa che ci fa stare curvi su noi stessi e non ci permette di guardare la realtà che ci sta di fronte.
Gesù Cristo è la mano che ci guarisce e ci libera, attraverso una chiacchierata con l’amico che ci ascolta e ci comprende, un momento di preghiera che ci può dare luce, l’ ascolto e il confronto con una guida che ci può accompagnare. Il problema è che non è così facile accettare di lasciarci toccare e guarire dal Signore, di essere così veri e autentici da riconoscere le nostre fragilità davanti a Lui e a noi stessi.
Così il nostro cuore si indurisce, le gambe si paralizzano e non andiamo più avanti. Sta a noi però scegliere, fare come la donna e quindi lasciarci guarire senza resistenza o fare come il capo della sinagoga e rimanere fermi e superficiali.
Oggi, cosa scegliere di fare?
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