Nell’andare incontro al Signore Natanaele è piuttosto titubante, in alcuni versetti precedenti non si fida molto delle origini nazarene di Gesù. Eppure decide di volerLo conoscere. Chissà, forse nel cuore qualcosa si era già mosso. Forse quella nostalgia di Dio, quel desiderio di Vita che a volte ci prende allo stomaco, si sarà acceso nel vedere Filippo trasformato dall’incontro con il Signore.
Alla prima battuta si sente spiazzato, forse davvero ha incontrato l’uomo che tanto aveva atteso, alla seconda il cuore è conquistato e si rende definitivamente conto di chi ha davanti a sé: Colui che gli avrebbe mostrato il volto di Dio Padre rendendolo fratello e figlio amato! Natanaele ci ricorda i tanti Filippo che ci accompagnano nel conoscere il Signore.
Magari è quell’amico che un giorno ci ha invitati ad andare in oratorio o quell’animatore che ci ha accolto e fatto sentire a casa, il genitore che ci portava a messa, l’amico con cui spesso condivido cose della vita e della fede, il don da cui mi confesso abitualmente o la guida con cui ho iniziato un cammino di accompagnamento spirituale. Natanaele ci ricorda gli eventi, le emozioni, i sentimenti che hanno caratterizzato i nostri incontri più importanti con il Signore, quelli in cui ci siamo sentiti profondamente amati e in cui abbiamo scoperto che con Lui avremmo sicuramente trovato la nostra felicità.
Ora chiudiamo gli occhi e con il Signore facciamo memoria di tutto ciò, riconoscendo però che ci chiama ad incontrarLo soprattutto nella nostra quotidianità e ad essere Filippo, per tanti
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