Questa pagina del Vangelo è un invito a riscoprire la bellezza di essere figli fra le braccia del Padre. E per essere figli non occorre saper fare qualcosa, aver raggiunto chissà quali obbiettivi, eccellere in un qualsiasi campo, essere bravi, buoni, belli.
L’unica cosa che il Signore ci chiede è di riconoscerci piccoli e bisognosi della Sua misericordia e del suo amore, di una Sua carezza di Padre. Quella carezza capace di sanare qualsiasi ferita, di restituirci la capacità di rialzarci e di ricominciare quella volta di più.
Come quando da bambini, dopo essere caduti, mamma o papà davano un bacio sulla nostra ferita e subito era tutto passato. A volte il peso da portare nelle nostre vite è un giogo davvero pesante, a tratti insopportabile.
Ma il vivere da figli amati rende anche la più gravosa delle croci possibile, addirittura dolce. È il miracolo dell’Amore, che non si ferma davanti il dolore e lo vince dandogli un senso. Il senso lo troviamo in questa relazione filiale in cui capiamo qualcosa in più di Dio ma soprattutto di noi stessi e scopriamo la nostra vera identità: essere figli di Dio.
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