Rami di ulivo, foglie di palma, fronde tagliate dai campi. Gesù entra trionfante in Gerusalemme, entra nella gioia di ogni cuore fedele. E’ il Messia annunciato, atteso da secoli, ma sin da subito c’è qualcosa che non quadra: cavalca un asinello e non il destriero atto alla guerra come lo attendevano i Giudei; è un Messia che porta la pace, che solleva i poveri dall’indigenza.
Gesù, il Messia, non si lascia vincere dalla tentazione dell’accoglienza riservatagli, ancora oggi per rimanere uniti a Lui si deve saper vincere le tentazioni della ricchezza, del potere, dell’unirsi a “quelli che contano” per portare frutti. Alla fine viene innalzato ma su una croce! Ai piedi della croce con la madre e i pochi fedeli c’è il mondo intero.
E’ l’umanità intera che libera da pregiudizi deve saper cercare e vedere “l’oltre” quello che non si vede con l’occhio dei sensi, ma si scorge e si scopre con lo sguardo d’amore che vede più lontano e penetra nel profondo. “Questo uomo era il Figlio di Dio”. È quanto dovrebbe esplodere con forza dal nostro interiore dopo aver vissuto con fede ed ascolto sincero e profondo tutta la Settimana Santa che vivremo!
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