Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 28 Aprile 2022

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Il Vangelo di oggi ha moltissimi rimandi e correlazioni con quanto narrato nel dialogo con Nicodemo (Vangelo dei giorni scorsi). Questa volta è Giovanni il Battista a parlare ed a ricordarci che Mosè e i profeti sono terra e da loro viene la legge e la testimonianza della luce: ma essi non sono né la vita né la luce perché ciò che è generato dalla carne è carne. Da Gesù invece riceviamo grazia su grazia perché egli è la luce e la vita: da lui riceviamo il dono dello Spirito, che ci genera dall’alto e ci fa diventare figli di Dio.

Giovanni ci parla della Trinità, del Padre che ama il figlio e dello Spirito che è con loro. Stupisce che sottolinei addirittura che “il Padre ama il Figlio” perché sembra l’affermazione più ovvia che ci sia, eppure è anche (forse) la più dimenticata e la meno scontata! E’ da quell’amore che parte tutto perché il Figlio riceve in dono ciò che il Padre è e dà: il Padre tutto si dona nell’amore, il Figlio tutto accoglie nello stesso amore.

Ma in questa correlazione d’amore è parte anche l’uomo che accoglie la testimonianza di Gesù poiché in questo modo viene sigillata l’alleanza con Dio. L’inviato di Dio però non è più solo un mediatore dell’alleanza ma è l’alleato stesso, il Figlio unigenito. L’alleanza non è più stipulata con lettere incise su pietra, ma con lo Spirito del Dio vivente effuso nei nostri cuori.


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