La domanda “Signore sono pochi quelli che si salvano?”, a una prima lettura trasmette timore e sincera preoccupazione. Di fronte a questi sentimenti ci si aspetterebbe di trovare un Gesù comprensivo e rassicurante. E invece, incredibilmente, le sue parole sono dure.
Descrivono uno scenario di giudizio in cui le possibilità di salvarsi non sono molte e si rischia di trovarsi davanti a una porta inesorabilmente chiusa per volere Dio. Un Dio che con quella stessa durezza dirà: “Non so di dove siete”. Gesù quasi non sembra più il maestro buono che indica sempre e comunque la strada da seguire.
È l’ultimo passaggio del Vangelo, però, a riportarci nella giusta prospettiva per interpretare le parole di Gesù. In quel “Gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi”, Gesù ci sta dicendo che quella domanda iniziale è stata mal posta perché contiene un sottinteso pericoloso: se si è concentrati esclusivamente su chi può meritare meno o più di noi il Regno dei cieli, si rischia di non dare abbastanza attenzione a ciò che serve per entrarci davvero.
Ed è quello l’errore più grande che rischia di renderci irriconoscibili agli occhi di Dio.
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