Ci sono dei momenti nella vita in cui sembra che non stiamo combinando nulla di buono. Sembra che quello che facciamo a casa, a scuola, all’ università o al lavoro non rende il meglio che pensiamo sia fondamentale.
E soprattutto, lo pensiamo perché chi ci guarda: la famiglia, gli amici o le persone che incontriamo possono farsi un’ idea di come siamo “poveretti”. Così cominciamo a sentirci inutili e buoni a niente.
Ma la verità è che se ci siamo impegnati, se ci siamo donati senza riserve, abbiamo donato tutto quello che potevamo dare e perciò siamo stati il “meglio”. Tra quelli che ci guardano c’è Lui, Gesù. Lui sa chi siamo e, in qualche modo, pure chi lo segue davvero se ne accorge.
Basta con l’essere preoccupati di “quanto abbiamo donato” ma piuttosto impariamo a chiederci se “abbiamo dato chi siamo”
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