Gesù parla di qualcosa che noi di solito tendiamo a sviare perché o ci rattrista o ci spaventa: la morte. Non si può “skippare”, riguarda tutti: quel giorno piomba addosso all’improvviso, per questo dobbiamo essere pronti! In un video Carlo Acutis, con il sorriso stampato in volto, dice “sono destinato a morire”.
Come poteva sorridere dicendo una cosa del genere? Sicuramente anche lui un po’ di paura ce l’aveva, ma aveva il cuore leggero per due motivi: cercava di restare sempre unito a Gesù, attraverso la preghiera, i sacramenti, la lettura del Vangelo e si spezzava per gli altri, che per lui erano fratelli, donando ciò che aveva, il suo tempo e le sue qualità. Sembra difficile vivere così, eppure è possibile, realizzabile: già questo è un assaggio di Paradiso.
Don Bosco, come Gesù, non aveva peli sulla lingua quando parlava della morte, anzi metteva in guardia i suoi ragazzi, perché ci teneva, perché sapeva quanto facilmente i cuori possono appesantirsi, ma anche perché desiderava per loro (e per noi) il Bene più grande.
Ora, non per angosciarti o spaventarti, ma prova a pensare… se dovessi morire oggi, cosa renderebbe pesante il tuo cuore? Alleggerisci il cuore e vivi! Sei fatto/a per essere felice nel tempo e nell’eternità.
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