…Leggendo questo Vangelo, forse il primo pensiero che facciamo è: chi sono dei due? Fratello più giovane o fratello maggiore? Guardando al fratello minore forse lo sentiamo vicino per tutte quelle volte in cui anche noi un po’ come lui, diciamo a Dio “Padre, grazie per essere stato con me, grazie per avermi fatto vivere quell’esperienza lì, per avermi fatto conoscere quelle persone, ma ora lasciami stare, è roba passata, non ho più bisogno di Te.”
E il Padre non fa una piega… in cuor suo soffre, ma lo ama così tanto, che non può obbligarlo a restare con lui contro la sua volontà. Troviamo poi il fratello maggiore, “Padre, guardami, sono un buon cristiano, un buon animatore, ti sono fedele da anni… e tu fai tutta questa festa per il ritorno dell’altro fratello che si è allontanato da Te? E a me non ci pensi?” Il fratello maggiore è rimasto con il Padre diverso tempo, eppure ancora non Lo conosce bene.
Sia lui, che il fratello minore non comprendono subito il modo di amare del Padre, che va oltre ogni nostra logica. La cosa bella di questa parabola è che non c’è un figlio preferito, non c’è uno dei due a cui il Padre vuole più bene. E forse, nel giorno del ritorno del figlio perduto, si celebra anche il ritorno del figlio che non se n’è mai andato. Dio è Padre sempre.
Noi qualche volta siamo il fratello minore, altre volte il maggiore, ma il Suo Amore per noi non cambia di una virgola.
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