Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 27 Gennaio 2023

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Il regno di Dio è come un seme. Si riconosce come tale perché germoglia, cresce e lo fa spontaneamente. Nell’immagine che ci presenta oggi Gesù, l’uomo può anche dimenticarsi di aver gettato un seme nel terreno e ritrovarsi dopo un po’ una spiga che dà frutto. Quando gettiamo  e riceviamo semi di regno di Dio nella nostra vita quotidiana (senza neppure accorgercene), questi crescono in un modo che neanche possiamo immaginare e portano frutto prima o poi, anche se non siamo noi stessi a raccoglierli o a decidere quando devono spuntare fuori in noi.

Questo è proprio il vangelo di chi anima, di chi educa e ha a cuore i più piccoli, i giovani. Si semina sempre, ma sono i semi che profumano di regno di Dio quelli che portano frutto, secondo un tempo che non possiamo né stabilire, né ipotizzare, perché racchiuso nel mistero del seme e nella libertà di chi lo accoglie. Come accade? Non lo sappiamo, ma sappiamo che accade. 

Proviamo oggi a riconoscere quei semi “divini” che in noi sono stati o sono gettati… a che punto sono? C’è qualcosa che cresce? Oppure qualcosa che è ancora sottoterra, ma si agita per venir fuori? 

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E proviamo a pensare ai semi “divini” che possiamo gettare, senza appropriarcene, senza soffocare, ma prendendocene cura come il contadino che lavora con tutte le sue forze, pur sapendo che affinché ci sia la vita è indispensabile il tocco di Chi è oltre le sue forze.

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