Maria di Màgdala, Pietro e il discepolo amato corrono verso il sepolcro, entrano ed è vuoto. L’azione del correre verso un luogo è il comportamento che noi credenti dovremmo sentire verso colui che tutto può, verso quel Padre che ci accoglie senza giudizio, senza rancore e senza odio, correre per sentire la palpitazione che qualcuno ci sta aspettando, correre e non star fermi, correre alla nostra andatura e aspettare l’altro perché condividere l’Amore è più bello.
Correre, vedere e credere è ciò che Dio vuole da noi, sue creature, il nostro movimento e il nostro sentimento. Corpo e cuore devono essere sincronizzati verso la più grande consapevolezza ovvero che la vita vince sulla morte.
Gesù vince la morte tornando da noi, per noi e con noi, Lui è la Presenza Costante della nostra esistenza. Gesù ci insegna non solo a lottare contro le nostre più grandi delusioni, tenebre, paure ma ci insegna a starci e ad accoglierle con umiltà, ad amarle e a vivere per l’altro.
Lui sistema quei teli che l’avevano avvolto come segno di gratitudine e di servizio e alla fine fa dire al nostro cuore di credere perché in lui tutto è possibile.
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