Immagina la scena: Gesù è a tavola, circondato dalle persone a lui più care, quelle con cui negli ultimi anni ha condiviso gioie, fatiche, dolori, momenti di grande intensità e confidenza. Eppure, il suo cuore è profondamente turbato perché sa che uno di loro lo tradirà.
Che sensazione orribile deve essere, condividere non solo la mensa ma la stessa vita con colui che sai ti tradirà. Gesù ha investito molto nella relazione con Giuda, esattamente come ha fatto con gli altri discepoli ma questo non è stato sufficiente a risparmiargli il tradimento.
Gli apostoli si accorgono del turbamento di Gesù, perché chi ti vuole bene sa ascoltare anche i tuoi silenzi. Magari ti sarà capitato di farne esperienza. Allora Pietro, mette da parte l’istintività che lo caratterizza e con delicatezza chiede a Giovanni di informarsi sul motivo del turbamento di Gesù.
Lo chiede proprio a lui perché fra gli apostoli è quello più vicino al Suo cuore. Ci sono cose che non possiamo condividere con tutti ma solo con coloro a cui abbiamo consegnato il cuore. Per questo Giovanni poggia il capo sul petto di Gesù ed Egli spiega il motivo della sua tristezza.
Parla apertamente e non fugge da ciò che l’attende anzi scende nel dettaglio anche se per Lui non deve essere stato facile buttare fuori tutto quello che si porta dentro. Però è bello pensare che in quel momento di grande sofferenza, il capo di Giovanni posato sul Suo petto, lo abbia consolato dal dolore causato dal tradimento di uno dei suoi amici.
Ed è commovente sapere che Gesù si sia lasciato consolare da un uomo come noi.
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