Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 25 Settembre 2021

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Visto il successo enorme che stava riscuotendo il Maestro, l’entusiasmo per i discepoli doveva essere alle stelle. La sensazione era forse la stessa di chi oggi si trova nell’entourage del personaggio del momento. Gesù se ne accorge e li riporta con i piedi per terra, ricordando loro che la via del credente non è quella della fama, ma quella della croce.

La croce, più che il simbolo di un supplizio, per il cristiano è soprattutto il simbolo dell’amore. Infatti, abbracciare la propria croce vuol dire non restare indifferenti rispetto alle necessità del prossimo, ma donarsi, sacrificando il proprio io.

E questo non è altro che amare. Certo, una vita vissuta in piena spensieratezza, evitando come la peste tutti i problemi quando si palesano (o, peggio ancora, cercando di scaricarne sugli altri il peso), è sicuramente una vita più facile e, apparentemente, più bella rispetto alla vita di chi non si tira indietro di fronte al sacrificio.

Ma è una vita in cui l’amore non trova spazio.


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