Proviamo a fare un attimo un recap di queste Quaresima appena iniziata: Mercoledì il Vangelo c’invitava a non essere tristi e musoni; Giovedì ci veniva detto di prendere la croce ogni giorni; ieri si parlava di non digiunare; oggi il Vangelo ci parla della sequela di Levi (per gli amici Matteo).
Ecco in soli tre giorni c’è stato presentato il senso del cammino Quaresimale; un cammino che non deve renderci tristi, un cammino che invita a rispondere nel quotidiano alla chiamata che il Signore mi fa; un cammino che è associato ad un matrimonio e non al digiuno; un cammino che deve concludersi nella sequela! Il frutto dei miei fioretti, il frutto della Quaresima non può che non essere la sequela di Cristo, anche se questo comporta lasciare tutto; solo così ci potremo davvero “alzare” (verbo utilizzato anche per indicare la resurrezione di Cristo).
Oggi più che mai il Signore Gesù mi sta dicendo: “Seguimi” il chè non vuol dire fatti prete o fatti suora; ma vuol dire scegli me, torna a me perché solo così sarai felice
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Qual è il mio banco delle imposte che mi tiene seduto e non mi fa seguire il Signore? Quale proposito sto prendendo in questa Quaresima per capire la chiamata che il Signore ha per me?
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