Oggi Gesù ci dice in cosa consiste il discernimento; quello che tantissimi hanno provato a spiegare con manuali enormi e lunghissimi, Gesù lo spiega in 5 parole: «Non cerco la mia volontà».
Ignazio, nei suoi esercizi spirituali, usa un termine un po’ particolare: «sana indifferenza», cioè liberarsi da quei sentimenti, prodotti da ignoranza ed errori, che intaccano nell’intelligenza e nella volontà, impedendo così di sentire con oggettività la realtà. Il mio sentire, per non essere ingannevole, deve essere ripulito da alcune interferenze.
Se vuoi percepire “la differenza” tra ciò che veramente è desiderabile e ciò che non lo è, devi vivere (sanamente) “indifferente”, tarato a zero, libero da suggestioni e schiavitù, personali e di massa. Perciò è necessario rendersi indifferenti verso tutte le realtà create in modo che non si desideri da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l’onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, cosicché si desideri e si scelga e soltanto quello che può condurre meglio al fine per cui si è creati.
È proprio qui che l’accompagnamento diventa importante, perché esso, tramite anche questa sana indifferenza, mi aiuta a scoprire e/o comprendere meglio la mia vocazione. Vuoi capire a cosa ti sta chiamando il Signore, vuoi essere davvero felice? 5 parole: «non cerco la mia volontà».
Cosa oggi nella tua vita è frutto della tua volontà o della volontà di Dio? In che modo vivi “sanamente indifferente” alle cose del mondo?
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