Pietro si avvicina a Gesù e gli pone una domanda che suona più o meno così: “Signore, se proprio chi mi è più vicino mi ferisce, se mi fa soffrire perfino chi considero come un fratello, quante volte dovrò andargli di nuovo incontro e perdonarlo?”.
Forse sette sarà la risposta, un numero grande per la capacità umana di perdono, ma ragionevole. Gesù come sempre però ci spiazza. Non sette volte, ma settanta volte sette. Ovvero, all’infinito, sempre.
Pietro siamo un po’ tutti noi alla ricerca di giustificazione nei nostri comportamenti umani (ho perdonato già sette volte, ora basta!)
Ma come non provare a perdonare (ad aprirci di nuovo all’altro dopo essere stati feriti), dopo aver fatto esperienza del perdono di Dio Padre che ci alza e abbraccia ancora e ancora e ancora? È l’esperienza di un amore che sa guardare chi siamo noi oltre il nostro peccato, e sa ricordarcelo quando ce ne dimentichiamo e non siamo in grado di perdonare nemmeno noi stessi. E senza che ce ne rendiamo conto, questo lasciarsi abbracciare dal Padre è un balsamo per le nostre ferite: ci cura, allevia il nostro dolore, ci dà nuova energia per perdonare ancora a nostra volta.
Allora per imparare a perdonare di cuore cerchiamo l’abbraccio di Dio Padre nel sacramento della Riconciliazione, e perdiamoci in questo incontro d’Amore.
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