E’ una grande ammonizione quella che oggi fa Gesù, va a toccare un aspetto che ci coinvolge nella quotidianità: il giudizio dell’altro. Continuamente ci troviamo a sentenziare sui comportamenti, le scelte, i gusti, le azioni di chi ci circonda, sia se lo conosciamo, sia se è un perfetto sconosciuto.
E tutto ciò lo facciamo senza sapere ciò che vive l’altro, quali siano le motivazioni o le ferite che lo spingono ad agire così. Ci sentiamo migliori e parliamo di questo e di quello, esprimendo la nostra opinione, spesso basata su dati parziali o errati. Non faremmo meglio a tacere e a tenere il giudizio per noi? Come cristiani, siamo chiamati ad amare l’altro come noi stessi, non a parlarne male e a giudicare con cattiveria.
Quando vediamo qualche situazione o atteggiamento che non ci piace, limitiamoci a pregare per quella persona, e non a fomentare giudizi e accuse. Tra l’altro nessuno di noi è esente da colpe o errori! Gesù ce lo dice chiaramente: dobbiamo pensare a migliorare noi stessi, e non avere la pretesa di migliorare l’altro, giudicandolo.
Facciamo allora nostre le parole di sant’Agostino: “Sia che tu parli, parla per amore. Sia che tu corregga, correggi per amore.”
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