Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 21 Marzo 2022

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Gesù è appena tornato a casa dal deserto, vi è stato quaranta giorni e sta per iniziare così i suoi anni di impegno pubblico. È entrato nella sinagoga e sta iniziando a dare spiegazioni di ciò che verrà…

Gesù, figlio di Giuseppe, il falegname, il ragazzo che tutti vedono ogni giorno, ora inizia a predicare dicendo di essere il figlio di Dio. Ma insomma, davvero? Tu Gesù, che abbiamo visto nella quotidianità polverosa di questi anni? Tu, apparentemente un uomo qualsiasi, vuoi annunciare lo straordinario Regno di Dio? Non posso crederci, non ci riesco.

Avanti 2000 e passa anni.
Nella mia vita tutto procede normale, studio, vado a messa la Domenica, ogni tanto do una mano a casa, mi confesso pure a Natale e Pasqua e non faccio mai nulla di male. Sono un cristiano tranquillo, forse però un po’ tiepido. La mia è una quotidianità che si ripete ancora e ancora, mai scomodante. E quando avverto la necessità di fare esperienza di Dio penso direttamente al dover partire di nuovo per un esperienza missionaria in Africa. Proprio non vedo quanto di straordinario c’è nel mio quotidiano, proprio non vedo Gesù tra le persone della mia vita e della mia casa. Penso di aver bisogno di chissà cosa e non mi accorgo che Lui passa in mezzo a me e ai miei amici e si mette in cammino. E io, cristiano un po’ tiepido, non lo noto neanche più e lo lascio passare oltre.

Quante volte rischio di perdermi la bellezza del regno di Dio che ho sotto gli occhi, non pensando di poter incontrare il Signore nei volti di tutti i giorni?


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