Sicuramente è capitato a tutti almeno una volta nella vita di chiedere un segno, qualcosa che ci dimostri che Dio ci sta ascoltando, che è vicino alle nostre vicende umane e può ribaltare ogni situazione, anche la più disperata.
Magari abbiamo invocato un segno in un momento di sofferenza o prima di prendere una decisione importante o ancora, per provocare una reazione in un periodo di aridità spirituale in cui sembra che Dio stia “dormendo”.
Ma la nostra esistenza è costellata di segni, di momenti in cui Dio ci raggiunge e tocca la nostra storia, la vita stessa è segno dell’amore di Dio. Cosa ci impedisce di accorgerci di tutto questo? Forse il non permettere a Dio di essere Dio, il voler dettare noi le condizioni e modalità attraverso cui può agire nella nostra vita.
Questo non ci permette di allargare lo sguardo e ci incastra dentro una visione delle cose che non corrisponde al Suo progetto d’amore e felicità per noi. Spesso siamo talmente fissati a guardare nella direzione che ci siamo imposti da non vedere tutta la meraviglia che si compie dentro ed intorno a noi.
Per questo forse, non dovremmo chiedere al Signore segni ma occhi nuovi per saperli vedere e riconoscere.
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