“Perché tutti siano una sola cosa”. Non si tratta di uniformità, ma di convivialità delle differenze. Non si tratta di monotonicità, ma di armonia. Solo l’Amore può unire ciò che sembra assolutamente incompatibile. Perchè quando una persona si sente amata veramente e non “nostante” le sue debolezze, fragilità, ma proprio “in” quelle debolezze, allora abbatte le barriere, butta giù le maschere e si apre all’incontro vero, autentico. Come cristiani siamo chiamati a vivere di questo Amore.
Ma non perchè siamo più bravi degli altri, ma perchè crediamo in Dio Padre che nel suo Figlio Gesù ci ha rivelato e fatto sperimentare che siamo figli amati gratis. Ci siamo sentiti amati lì dove non avremmo mai pensato di poter essere amati e da lì traiamo la forza per amare allo stesso modo. Solo questo tipo di Amore, che attraversa e trasforma la morte, è capace di comunione.
Non si tratta di scritte sui muri o baci perugina ma è la Carità che “è paziente, è benigna; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (cfr. 1Cor 13,4-7).
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