Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 2 Febbraio 2022

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Simeone proprio non vedeva l’ora di poter accogliere il Signore, di specchiarsi nei Suoi occhi, di guardarLo e lasciarsi guardare ma soprattutto di amarLo e lasciarsi amare. Ha atteso tutta una vita.

È un po’ come quando non si vede un amico da molto tempo. A volte con il Signore è proprio così. Ci si frequenta e si cresce insieme, tra catechismo, oratorio, un po’ di animazione e quant’altro. Poi magari si va a studiare fuori o iniziano ad affiorare i primi dubbi di fede e piano piano quell’Amico diventa un conoscente e poi solo un bel ricordo.

Eppure questo ricordo brucia e a volte fa male perché forse nostalgico e malinconico. Che fare quindi? Si tratta di lasciarsi accompagnare, per allenarsi a tenere gli occhi aperti, per riconoscere che le inquietudini sono desiderio di eternità, di incontro quotidiano con il Signore, per poter dire al termine di ogni giornata “i miei occhi hanno visto la tua salvezza”


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