C’è una storia particolare nel racconto di Harry Potter ed è quella di tre fratelli maghi che per sfuggire alla morte chiedono tre doni da essa stessa.
Uno chiede la bacchetta magica più potente del mondo, ma alla fine dopo poco tempo gli viene rubata e viene ucciso; l’altro fratello chiede una pietra capace di far risuscitare i morti; egli la usa per far tornare la sua amata nel mondo dei vivi, ma presto ella divenne triste e fredda perchè non apparteneva al mondo dei mortali, sconsolato da questo il secondo fratello decide di togliersi la vita ed incontrare la morte.
Il terzo ed ultimo fratello chiede un mantello capace di renderlo invisibile; questo dono gli permette di sfuggire alla morte ma, dopo tanti anni, arrivato alla fine dei suoi anni, decide di moririe e di regalare il mantello al figlio. C’è una bella traduzione della parola amore che dice che la parola sia formata dall’alfa privativa, cioè a-more: senza morte.
Amare vuol dire non morire, il terzo fratello è l’unico a non scegliere qualcosa solo per sé, ma è pronto a farne dono. Amare una persona vuol dire non farla mai morire nella nostra vita; ecco perché Gesù oggi nel Vangelo mi dice che chi osserva la Sua Parola (che altro non è che un invito ad amare) non potrà mai morire; ma troverà dimora nel paradiso e nel cuore di chi ha amato. Sto cercando di costruire una dimora in cielo e nel cuore degli altri?
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